Dall’U18 del City ai successi con l’Inghilterra: alla scoperta di Lee Carsley

Dall’U18 del City ai successi con l’Inghilterra: alla scoperta di Lee Carsley
Sheldon, Birmingham. È qui che nasce Lee Carsley. Ha vissuto in una famiglia del tutto calcistica, tifosissima del Birmingham e con una forte passione verso quei colori. Paul McGrath e Gordon Cowans i suoi idoli, tanto da studiarli fino in fondo durante la sua carriera da calciatore. Da McGrath ha appreso grinta e leadership, da Cowans ha tratto ispirazione per senso tattico e tecnico. Ingredienti che gli hanno poi permesso di vincere anche gli ultimi due titoli Europei U21 con l’Inghilterra.
A 15 anni è entrato nelle giovanili del Derby County, partendo da casa senza né soldi né telefono ma spinto dalla voglia di diventare grande. Debutta nei professionisti nel 1994, imponendosi prima in Championship e poi in Premier League. Giocare a fianco di Paul McGrath al Derby ha dato a Lee Carsley una mentalità vincente che si è poi portato nel corso della sua carriera.
Perché ha scelto la nazionale irlandese? Carsley era convocabile per l’Irlanda grazie alla nonna nata nella Contea di Cork. La convocazione nella Nazionale inglese offriva competizione, mentre con l’Irlanda una strada più concreta per ottenere successo internazionale. Dal 1997 al 2008, infatti, ha totalizzato circa 40 presenze con l’Irlanda prendendo parte anche al Mondiale del 2002.
Dopo il ritiro, Carsley ha deciso di intraprendere la carriera da allenatore. Predilige moduli come il 4‑2‑3‑1 o il 4‑3‑3, dove punta a dominare il possesso. Lo scopo è allungare la difesa avversaria, aprire linee di passaggio e far entrare in area i centrocampisti dalle mezze zone. Le mezzali, gli esterni e i terzini cambiano posizioni tra loro per destabilizzare le difese avversarie, mentre i terzini possono alzarsi o rientrare centralmente mentre l’esterno opposto si abbassa o si sposta, creando spazi e linee di passaggio in profondità. In fase di non possesso, utilizza il 4‑1‑4‑1 o il 4‑4‑2, in cui gli attaccanti chiudono le linee difensive avversarie e il pressing diventa un’arma per recuperare palla velocemente. In fase di costruzione, i difensori gestiscono il possesso, attraggono pressione e cercano il passaggio in profondità o esterni. Tutti ingredienti che hanno fatto le fortune principalmente dell’Inghilterra U21.
Dall’U18 del Manchester City all’U21 inglese: l’escalation di Lee Carsley
Dopo una vera e propria vita da mediano, Lee Carsley decide di intraprendere la carriera manageriale. Ha iniziato con il Coventry per poi guidare Sheffield United, Brentford e Manchester City U18. Sotto la sua guida, i Citizens U18 vincono la North Division della Professional U18 Development League 1 e approdano alla finale della FA Youth Cup 2017 contro il Chelsea e ha contribuito alla crescita di giocatori come Phil Foden, Jadon Sancho e Brahim Díaz. Carsley stesso ha dichiarato che lavorare al City in quel periodo è stata “una vera rivelazione”, avendo modo di osservare da vicino gli standard di un top club.
Da lì è poi iniziato il binomio con le giovanili dell’Inghilterra, soprattutto con l’U21. Nel 2023 la vittoria per 1-0 contro la Spagna grazie al gol decisivo di Curtis Jones che è valso il terzo titolo Europeo. Quella squadra, inoltre, non subì nessun gol in tutta la competizione. E infine il trionfo per 3‑2 contro la Germania a Bratislava nei tempi supplementari grazie ai gol di Elliott, Hutchinson e Rowe. Primo back‑to‑back dal 1984: secondo titolo consecutivo, quarto in totale. Il capolavoro firmato Lee Carsley.
Cultura ed EPPP: così l’Inghilterra ha costruito talento su talento
Se l’Inghilterra è diventata una potenza a livello giovanile negli ultimi anni è anche grazie a riforme profonde, investimenti strutturali e una nuova filosofia, ossia l’EPPP (Elite Player Performance Plan). Lanciato nel 2012 dalla Premier League e dalla FA, l’obiettivo è quello di aumentare la qualità e la quantità dei talenti formati nei club inglesi. Questo progetto ha permesso di potenziare i centri giovanili con infrastrutture all’avanguardia e standardizzare la formazione tecnica e fisica.
Storicamente, l’Inghilterra formava calciatori dotati fisicamente ma poco tecnici. Dopo i fallimenti internazionali degli anni 2000, la FA ha virato verso una formazione più tecnica e tattica, ispirandosi a modelli come Spagna, Germania e Olanda. Dunque, più possesso palla, pressing e creatività. Oggi, giocatori come Cole Palmer, Harvey Elliott o Rico Lewis crescono con competenze da regista o mezzala già a 16 anni. Molti allenatori di U21, U19 e U17 sono cresciuti con i nuovi modelli UEFA e la formazione FA. Steve Cooper (ex U17) vinse il mondiale U17 nel 2017 con Foden, Sancho, Hudson-Odoi, Mount. Le vittorie giovanili hanno creato un’eredità vincente che va ad aiutare la prima squadra in chiave presente e soprattutto futuro.
A cura di Gerardo Guariglia