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Modulo “fluido” e svolta offensiva: il Pisa inizia a decollare?

Dobbiamo continuare sulla nostra strada: stiamo crescendo. Le situazioni dipendono sempre da noi. Non bisogna mai cambiare la nostra idea, anzi, aumentare ancora di più a crederci”. Se la convinzione fosse una persona, quella sarebbe Alberto Aquilani. Il processo di cambiamento iniziato in estate con il Pisa sembra finalmente ingranare. Mancavano una cosa: i risultati. E quelli stanno arrivando. La vittoria contro il Lecco (1-3) ha portato a quattro il numero di risultati utili consecutivi ottenuti dai nerazzurri, che salgono a 26 punti in classifica, avvicinando la zona playoff e ricacciando, forse definitivamente, quella playout.

 Un’idea innovativa, un progetto ambizioso, su base biennale, quello in mente da Aquilani, partito in estate dal cambiare l’idea nella testa dei giocatori, per poi arrivare in campo: “E’ più facile condurre questi cambiamenti con giocatori giovani rispetto a quelli esperti, perchè sono “vergini” in quanto a esperienza”. 

E’ nato il Pisa di Aquilani

Sin da inizio stagione il Pisa ha mostrato in campo la propensione al gioco a terra. Le espulsioni, gli infortuni e i gol subiti nel finale, hanno però fatto sì che la squadra sprofondasse nelle zone basse della classifica: “Dobbiamo imparare a gestire i momenti e le scelte” disse Aquilani. Lezione appresa. Anche grazie a una formazione a trazione offensiva. Il 4-2-3-1 del Pisa è mutevole, fluido. In fase difensiva muta in un classico 4-4-2, mentre con possesso palla le linee si scompongono, grazie ai movimenti di Esteves, giovane portoghese sempre tra i migliori in campo, insignito da Aquilani come “possibile top-player”. Il raggio d’azione del terzino è a trecentosessanta gradi: a centrocampo, sulla trequarti, sulla fascia opposta. Da lui passando quasi tutte le azioni del Pisa, rappresentando la vera mente della squadra. Da lui, e dai piedi del “professore”, Miguel Veloso, che su punizione ha trovato il primo gol in maglia nerazzurra della sua carriera, oltre che in Serie B. La coppia con Marin rappresenta il perfetto detto “bastone e carota” proiettato in campo.

 In un gioco codificato dal possesso palla, è l’elemento di rottura a essere decisivo: i gol di Calabresi e di Mlakar sono entrambi stati favoriti da due importanti contropiedi condotti da Marco D’Alessandro, schierato al “Rigamonti-Ceppi” a piede invertito, con Arena sul versante opposto. 

 

Oltre ai risultati, il Pisa in queste ultime giornate ha esorcizzato vari tabù che erano stati leitmotiv della propria stagione. Su tutti, il gol dell’attaccante. Il lampo di Bonfanti contro la Reggiana, in rete al debutto, ha anticipato, non ha trovato continuità, con il nuovo numero 9 costretto al cambio per un problema muscolare. Al posto suo, però, Mlakar non ha tradito. Imbucato dall’uomo mercato Touré, lo sloveno ha chiuso la partita, segnato il secondo gol stagionale, fissato il risultato sul definitivo 1-3, e regalato ai nerazzurri un 2024 con proiezione, così come in campo, offensiva, verso altri lidi di classifica.

Lorenzo Vero

Nato all’ombra della Torre Pendente nel giugno del 2000 e studente di Informatica Umanistica. Bastian contrario per natura, ho iniziato a seguire il calcio perché ai miei genitori non piaceva. Sin da quando ero un bambino riempio la testa dei miei amici con aneddoti calcistici di ogni genere. Con gli anni, assieme alla barba, è cresciuta anche la mia passione per questo gioco. L’obiettivo adesso è quello di raccontare in modo veritiero (con il cognome che mi ritrovo…) e appassionante anche la meno appetibile delle partite.

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