Otto frasi, in elenco. Una legata
all’altra. “Prima regola
del Fight Club: mai parlare del Fight Club”. Incipit chiaro, senza
sottotitoli. Non servono per un Brad Pitt già all’apice della montagna del
successo. Da Hollywood a Genova, le regole qui non
sono otto, ne basta solo una. “Quando
entra, segna sempre Patrik Schick”. Ormai è un
ritornello, una strofa di una poesia che dalle parti del Ferraris hanno imparato a memoria. Sei volte
quest’anno, come una sentenza. Nessuno in Europa al suo livello. Torino,
Lazio, Chievo, Roma, Bologna e Pescara in serie, una collana di perle
luccicanti che il talento ceco mostra fiero in questo primo anno di serie
A.
Una stagione coi fiocchi, iniziata
nell’ombra di Bogliasco e illuminatasi tutta d’un tratto.
Un’escalation improvvisa e repentina, quasi da dejà-vu, perché un exploit del
genere dalle parti della Genova blucerchiata, lo hanno già visto. Mauro
Icardi vi dice
qualcosa? Dieci gol in trentuno partite al primo anno di Serie
A con il Doria
per l’argentino, dieci reti in ventisei presenze stagionali per Schick.
Non proprio bruscolini.
Questa sera si sono ritrovati uno di fronte all’altro in Inter –
Sampdoria, una sfida che si è spostata dai tavoli del mercato all’erba di San
Siro. L’oggetto di discussione? Ovvio, proprio Patrik
Schick, che ha aggiunto un’altra eccezione alla ‘sua’ regola. L’emozione
del primo minuto non sembra mettere ansia al classe ’96, subito in gol alla
prima da titolare allo Juventus Stadium. Stasera si è ripetuto. Questa volta alla “Scala del calcio”. Emozione? Nessuna. Anzi, i grandi palcoscenici sembrano esaltarlo. Freddezza e personalità non secondaria per chi vorrebbe vestirlo di nerazzurro nella prossima
stagione
Venticinque milioni la clausola di risoluzione, una cifra importante che l’Inter spera di abbassare per assicurarsi il giocatore votato come talento ceco del 2016. Ostacoli? Tanti, due in particolare. Tottenham e Arsenal, infatti, sembrano fare sul serio tanto da aver incontrato a Londra l’agente del giocatore Pavel Paska per parlare del futuro del suo assistito. La società del presidente Ferrero, però, tiene duro e pensa ad un ritocco (con prolungamento) del contratto di Schick in scadenza nel 2020, valutando di aumentare la clausola di risoluzione da 25 a 40 milioni.
“Fa piacere essere apprezzati anche al di fuori della propria squadra, ma
questo non è il mio lavoro, se ne occupano i miei agenti. Io penso solo alla
Samp”. Parola di Patrik. “Se lo mando subito in campo segna troppo e poi me lo vendono” l’allarme (ironico) spesso ripetuto da Giampaolo. E a ragionese si guardano i numeri e l’ennesima prestazione “monstre”. Nasconderlo o sfruttarlo? Il dubbio amletico dell’allenatore della Sampdoria.
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