Sarebbe stata la favola perfetta, la migliore da raccontare tra trent’anni ai nipoti. Un incipit allegro e privo di tensioni, una complicazione inaspettata e difficile da superare. Poi, un finale in grande stile, magari con un gol… su calcio di rigore. Alla fine, però, Marco Mancosu quel gol non l’ha segnato. Dopo una stagione di alti e bassi, parallela proprio a quella del Lecce di Corini, il capitano dei giallorossi ha calciato alto il rigore decisivo. Il match contro il Venezia finisce 1-1, dopo il successo dell’andata sono gli arancioneroverdi, in gol con Aramu, freddissimo dal dischetto, a strappare un biglietto per la finale playoff.
Il ritratto della gara è dipinto sul volto di Marco Mancosu pochi secondi dopo il fischio finale. Rosso dalla rabbia e bagnato dalle lacrime, il numero 8 dei salentini ha fallito un altro appuntamento con il gol dagli undici metri. Decisivo più di chiunque altro nelle ultime stagioni del Lecce, il centrocampista sardo si è caricato sulle spalle il peso del rigore decisivo, conquistato da Maggio dopo il pareggio di Pettinari. Passare in vantaggio, per i salentini, sarebbe significato portarsi a un passo dall’accesso alla finale playoff. Il pallone è però finito alto, proprio come nei precedenti tentativi di Marco contro Ascoli quest’anno, Lazio e Genoa nella passata stagione.
“Di un rigore alto o di un errore davanti al portiere, di queste cose non me ne frega un cazzo – ha spiegato lo scorso 5 maggio proprio Mancosu sui social -. Queste cose succedono solo a chi si prende la responsabilità di fare, di avere coraggio, di sbagliare e di riprovare ancora”. Nello stesso post, il classe 1988 aveva rivelato di essere stato operato di tumore: “Dovrei tornare a Milano per capire se sia il caso di fare la chemio ma ho preferito rimandare l’appuntamento a fine stagione”. Il suo Lecce aveva ancora bisogno di lui e Mancosu non ne ha voluto sapere di tirarsi indietro. “L’errore dal dischetto? Dovessi scegliere ora a chi farlo tirare, direi di nuovo Marco per mille volte ancora”, ha commentato Corini.
Per la quarta stagione consecutiva, Mancosu chiude l’anno con la maglia giallorossa sulle spalle e le lacrime sul viso: dopo la gioia della doppia promozione, è stato il turno della mancata salvezza e dell’eliminazione in semifinale playoff.
Secondi in classifica a tre giornate dalla fine, passati in un istante dal sogno-promozione diretta alla roulette delle sfide playoff, i salentini dovranno adesso ripartire per il secondo anno consecutivo dalla B. “Con Corvino diamo il via a un progetto a lungo termine, l’obiettivo è tornare in Serie A entro i prossimi tre anni”, aveva annunciato, probabilmente con un pizzico di modestia, il presidente Saverio Sticchi Damiani la scorsa estate. Il suo Lecce è partito forte, poi è calato, ha sfiorato la promozione e infine è sprofondato proprio nel momento più importante della stagione. Adesso , la parola d’ordine è ripartire al più presto, senza timore e, ancora una volta, nel segno di capitan Mancosu: fare, sbagliare e di nuovo riprovare.
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