“Domani metterò la classifica al contrario“. Chissà se lo farà davvero, Roberto D’Aversa, o si godrà il secondo posto momentaneo del suo Lecce. Dopo la vittoria contro il Genoa, i punti sono diventati 11: i giallorossi non avevano mai fatto così bene in Serie A in tutta la loro storia.
Non solo: D’Aversa ha superato il primato di Zdenek Zeman, che era rimasto imbattuto nelle prime quattro giornate di campionato.
Quello del Via del Mare è stato il quarto gol di Remi Oudin con la maglia del Lecce. Proprio il francese è uno dei simboli di questa squadra e del modo in cui è stata costruita: nel pieno della carriera (26 anni), con una buona esperienza in Francia al Bordeaux, acquistato a circa un milione di euro dopo una stagione in prestito. Quest’anno indossa la numero 10, ed è fondamentale per il nuovo allenatore D’Aversa.
Merito di Pantaleo Corvino, che in estate ha dovuto fare a meno di una serie di giocatori fondamentali nella scorsa stagione (Umtiti, Colombo) ma è riuscito a pescare dove solo lui sa farlo. Col solito motto: “Puoi sbagliare la moglie ma non l’attaccante e il portiere“. E allora (ri)ecco Wladimiro Falcone, ma soprattutto Nikola Krstovic, attaccante montenegrino classe 2000 che ha già segnato tre gol (leggi qui la sua storia).
Il Lecce si attrezza per diventare una società modello da ogni punto di vista, come dimostra la vittoria dell’ultimo campionato Primavera, e intanto sogna. Nessuno può ragionevolmente sperare in qualcosa di più della salvezza, ma l’obiettivo è evitare il calo dello scorso anno. Quando la risalita dell’Hellas Verona mise paura ai giallorossi, che si salvarono all’ultimo minuto della partita contro il Monza all’U-Power Stadium con un rigore di Colombo.
Finora il “segreto” è stato il rendimento in casa: tre vittorie su tre, nove punti ottenuti contro Lazio, Salernitana e Genoa. Con un solo gol subito e cinque segnati. In trasferta è arrivato il pareggio contro la Fiorentina, in rimonta, e quello contro il Monza: segnali di una squadra che non molla mai, nonostante le difficoltà di punteggio e l’inferiorità numerica.
Tutto grazie anche a un allenatore, D’Aversa, che ha scelto Lecce per rilanciarsi dopo un’esperienza non esaltante con la Sampdoria. Per lui che a Lanciano e a Parma ha sempre saputo sorprendere, questa è l’occasione buona per dimostrare di nuovo il suo valore. Ora ha superato Zeman, domani chissà.
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