“Baschi, Baschi, Baschi”. Ore 20.30, mercoledì 9 novembre 2022. Il Lecce ha appena vinto la sua prima partita in casa in questa Serie A, superando per 2-1 l’Atalanta, e al Via del Mare si sente un solo, roboante, coro. “Baschi” è Federico Baschirotto da Isola della Scala, provincia di Verona. Fino a tre mesi fa non aveva mai giocato in Serie A, ora è pilastro della difesa di Marco Baroni. E sa fare anche gol. Lo ha dimostrato al 29′ della partita contro la squadra di Gasperini. Azione d’angolo, pallone che arriva sul dischetto, sponda aerea di Gonzalez e il colosso giallorosso con la maglia numero 6 che colpisce di testa da centravanti puro alle spalle di Sportiello. Boato al Via del Mare. Federico corre urlando di gioia, raggiungendo la curva nord dall’altro lato del campo. “Baschi, Baschi, Baschi” rispondono i 23mila sugli spalti. Prendete nota. Non sarà l’unica volta in questo pomeriggio.
Per capire questo “armadio in giro per la città”, come lo ha ribattezzato un gruppo di comici salentini, occorre risalire lo Stivale di centinaia di chilometri. Quelli che separano Lecce da Nogara, in provincia di Verona: qui Federico è cresciuto tra nebbia, trattori e pallone. Soprattutto pallone. I suoi tre fratelli sono o sono stati tutti calciatori: Fabio nella Primavera del Verona prima di fermarsi a causa di un problema al crociato, Filippo nei dilettanti e Francesco attualmente in Serie D nella provincia veronese al Caldiero. Dieci anni fa, dopo essere passato per le giovanili del Chievo, Federico era tornato nella squadra del paese dopo appena un anno. “Sono di stanco di correre per 11 persone – diceva – voglio diventare qualcuno nel calcio”. Lì ha il via la sua scalata: Promozione con il Nogara, Legnago in D e poi la Cremonese. Che lo smista in prestito: nell’ordine Seregno, Forlì, Cuneo e Vigor Garbaneto. Fino al trasferimento gratuito alla Viterbese. Serie C e professionismo. Primo livello completato. Nel mezzo, anche un tamponamento in motorino. “Niente di grave e per fortuna è andato tutto bene” raccontava qualche settimana fa a GianlucaDiMarzio.com papà Graziano.
Da Viterbo, passando per una stagione in B ad Ascoli, per Baschi si sono aperte le porte della Serie A. Arriva in estate a Lecce da terzino. I ko in serie di Dermaku, Tuia e Cetin lo dirottano al centro della difesa: è lì che ha esordito il 13 agosto contro l’Inter murando Lukaku, è lì che Baroni lo ha tenuto. Da pilastro con fisico da bodybuilder che gioca a calcio. Già, perché Federico non è altissimo (1 metro e 83) ma sul suo corpo compatto distribuisce il triplo dei muscoli di una persona normale. Davide con il fisico di Golia. Non a caso sul suo Instagram si possono trovare due cartelle di storie in evidenza: “Farm”, con le sue attività tra i campi dell’azienda di famiglia e “Gym”, dove si allena tra palestre improvvisate o con attrezzi pescati in garage. Federico non è solo calcio. Studia “Scienze zootecniche e tecnologie delle produzioni animali” all’università: perché le radici, rappresentate dall’azienda agricola di 200 ettari di papà Graziano, non si dimenticano. Dopo tanta gavetta si è goduto il primo gol in A. E qui torniamo al fischio finale. Perché, mentre risponde alle domande di Dazn a bordocampo con emozione e commozione (“Mi viene da piangere”), tutto il via del Mare lo invoca. “Baschi, Baschi, Baschi”. Lui ricambia applaudendo e con il sorriso di chi trasmette valori positivi come la voglia e il carattere. Merce rara.
E se Baschirotto sogna la chiamata della Nazionale (“Mancini lo vedrà prima o dopo…” era l’auspicio non troppo nascosto del papà) il Lecce continua a correre verso la salvezza. Il 2-1 sull’Atalanta riporta la vittoria in casa in Serie A a 840 giorni dall’ultima volta (3-1 al Brescia, 22 luglio 2020) e conclude nel migliore dei modi il 2022 al via del Mare della squadra di Baroni. Il tutto nel giorno del settimo anniversario della presidenza Sticchi Damiani. Un giorno da festeggiare correndo e urlando di gioia. Come Federico, l’uomo della gavetta con il sorriso sulle labbra.
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