Nella giornata di sabato, all’Università Luiss di Roma, il direttore sportivo biancoceleste Igli Tare ha incontrato gli studenti per una lectio sui temi dell’ evoluzione del diritto sportivo e dei profili economico-finanziari delle società, da discutere nell’ambito del corso “Il giurista entra in campo” tenuto dall’avvocato Gugliemo Stendardo – e proprio ex difensore proprio della Lazio.
Alcuni dei suoi interventi, durante la lezione, sono stati raccolti da Salernitananews.it e sono subito saltati all’orecchio, poiché il ds albanese ha espresso giudizi abbastanza forti sulle altre big del campionato italiano.
Un tema emerso subito durante la sua lectio è stato l’ingresso dei fondi nel calcio italiano. Igli Tare è contro il loro arrivo, molto più a favore della classica “gestione familiare” di una società: “Ne sono rimaste quattro in Italia che ragionano ancora così: Atalanta (che oggi ha venduto quote), Udinese, Lazio e Napoli. Io sono più per questa gestione. Le multinazionali hanno solo interesse commerciale e si perde il bello del calcio: la passione, l’amore. Quei fondi lavorano con gli algoritmi e non vogliono più sapere della storia della squadra e della città. Io sono un fan della vecchia scuola”.
Il discorso, poi, si è evoluto sull’ampia variabilità del personale di ciascuna società. I tempi sono cambiati parecchio, ha detto Tare, anche esprimendo un pensiero molto forte sui grandi club: “Il calcio ha preso la strada sbagliata. Mancano dei dirigenti aziendalisti, per il fatto che la durata dei contratti varia troppo. Prendete me: sono uno dei dirigenti più anziani in attività in Serie A e questo è il mio quindicesimo anno alla Lazio. Ho la fortuna di lavorare con una società con una gestione virtuosa. Oggi ci sono società, anche di prima fascia, come Juve, Roma, Milan e Inter che tecnicamente sono fallite, ma vengono tenute in vita dal fatto che il sistema ne ha bisogno. È molto importante avere una gestione di lungo termine con progetti importanti per vedere il bene della società”.
Sul finire, poi, un ulteriore commento è stato fatto sul cambiamento repentino che il calcio sta subendo in questi anni: “Stiamo guidando una Ferrari che prima o poi si schianterà. Nel calcio si inventano competizioni inutili come la Conference League, che chiamo la competizione dei perdenti, l’Europa League o la Nations League per le nazionali. Non hanno alcun valore per gli introiti che producono e i calciatori diventano robot. Per generare più introiti, generiamo più problemi”.
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