Sarri: “La Lazio come un ritorno a casa. Nazionale, qualcosa non torna”

Sarri, tornato ufficialmente sulla panchina della Lazio da qualche giorno, ha svelato alcuni retroscena legati allo scorso anno e non solo
“È stato un anno terribile, ho perso persone importanti e il calcio è stato marginale: ma adesso voglio tornare ad allenare“. Così Maurizio Sarri si riaffaccia alla Serie A.
Dopo un anno sabbatico, l’allenatore toscano è tornato ufficialmente sulla panchina della Lazio, con l’obiettivo di riprendersi quello che non era riuscito a conquistare nelle stagioni passate.
Con tanta voglia di rivalsa, ma soprattutto di tornare a fare quello che gli è sempre piaciuto: guidare i propri ragazzi senza altri pensieri in testa, in seguito a un periodo complicato.
Tra retroscena di mercato e aneddoti personali, Sarri ha parlato ai microfoni di Tuttomercatoweb.
Lazio, le parole di Sarri
Prima di tutto, l’allenatore biancoceleste ha parlato delle voci legate a un suo possibile approdo alla Fiorentina: “C’è stato un contatto blando, ma solo quando avevo già firmato con la Lazio. Ho attraversato un momento difficile quest’anno dal punto di vista di problemi familiari, personali e anche calcistici per certi versi, ma ho avuto un sostegno straordinario, incredibile e commovente dalla tifoseria della Fiorentina. Questo me lo porterò sempre nel cuore. Sarò sempre riconoscente ai tifosi viola, devo ringraziarli”.
Dopodiché, ha commentato il proprio ritorno alla Lazio: “Tornare alla Lazio è come tornare a casa, ritrovo un popolo che mi ha voluto bene. Non è stata una scelta furba, ma da un punto di vista di sentimenti estremamente facile”.
“Gattuso faccia il Gattuso”
Poi, l’allenatore ha parlato del momento difficile della Nazionale: “C’è chiaramente qualcosa che non funziona tra il valore della calcio italiano e il rendimento della Nazionale, perché due anni fa siamo arrivati secondi nel ranking UEFA e quest’anno terzi, eppure con la Nazionale abbiamo dei problemi incredibili. C’è qualcosa che non torna“.
“Sono affezionatissimo a Gattuso e gli do solo un consiglio: sia Gattuso, anche da CT della Nazionale, senza cedere a nessun tipo di compromesso su quello che è il suo modo di fare calcio”.