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Cataldi, un selfie da rivincita per riprendersi tutto

E’ un derby da selfie e cartoline, notte magica da Lazio. Inzaghi abbraccia suo figlio in mezzo al campo. Cataldi va sotto la Nord e si toglie la maglia, poi prende il telefono e si scatta una foto, non sorride neppure.

Forse non realizza. Il suo volto incrocia un “cos’è successo?” con un “cosa ho fatto?”. Svela l’arcano a mente fredda: “Non ho capito niente”.

L’avevamo intuito pure noi, sia in tv che in sala stampa: “Avevo soltanto voglia di esultare, di correre”. Danilo come Forrest Gump, la pista d’atletica dell’Olimpico come l’Alabama. Lui come Totti nel 2015, rivalità tecnologiche. Sembra un film.

LA RIVINCITA DI CATALDI

Cataldi ha segnato il 3-0 in un derby, ha chiuso i giochi con un sinistro a giro: “La rete si è mossa un pochetto, non era irresistibile, ma è entrata”. Solito accento romano, lo sguardo dice tutto. Arriva in zona mista e parla come non aveva mai parlato prima: “Questa notte sarà per sempre”.

Come la doppietta all’Atalanta valsa un campionato Primavera, o l’esordio con Pioli contro il Torino in Coppa Italia. Radu che gli mette la fascia da capitano, l’investitura di Ledesma: “Cataldi è un talento vero”. Il sogno realizzato di chi è cresciuto all’Ottavia dribblando birilli, dopo una partita a ping pong con gli amici di sempre.

Cataldi si è ripreso tutto, passo dopo passo, anche lontano da casa. Una rivincita. L’anno scorso era a Benevento, all’Olimpico segnò contro la Lazio e non esultò. Due anni fa giocava nel Genoa, un suo abbraccio a Pandev dopo il gol scatenò l’ira dei tifosi: “Ingrato, non dovevi”. Tutti contro Danilo, lui contro nessuno, perché ha sempre rispettato le sue origini. Nessuna guerra, nessun conflitto, finalmente pace.

Oggi Cataldi si riprende la Lazio in modo definitivo, niente sassolini. Via le critiche, i malumori e quell’etichetta da “ingrato” immeritata, scacciata via grazie a un lavoro a fari spenti durante l’estate. Il silenzio paga, la costanza pure, quell’esultanza racconta la vita di un ragazzo. Il selfie è già lo sfondo del telefono. Cartolina di una notte magica, sempre all’Olimpico, e sempre a Roma, dove si corre più forte degli altri. Sotto la Nord.

Francesco Pietrella

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