Panettoni e torroni messi da parte, albero di Natale già disfatto e messo in cantina per il prossimo anno. Testa al campo, si riparte. Domani si giocano i primi ottavi di finale della Coppa Italia: si parte alle 15 con Lazio-Novara: “E’ una partita a cui tengo particolarmente” racconta Ronaldo ai microfoni di gianlucadimarzio.com. Niente rivincite, però: “Non mi interessa fare gol, preferisco il passaggio del turno”. Gli occhi si fanno a cuoricino mentre pensa al tabellone: “Se vinciamo c’è la possibilità di andare a San Siro contro l’Inter. Magari…”
Sì sì, avete capito bene: Ronaldo. Ma con Cristiano e con l’ex Inter non c’entra nulla. Lui è Ronaldo Pompeu da Silva: “Il nome l’ha scelto mia madre perché piaceva a lei, ma non è legato al calcio. Quando io sono nato loro ancora non erano nemmeno calciatori”. A casa però: “Mi chiamano tutti Ronni”.
E quel nome sulle spalle non pesa nemmeno più di tanto: “Quando sono arrivato in Italia mi prendevano in giro ma io non ci facevo caso. E poi gioco in un altro ruolo”. Centrocampista centrale con i piedi telecomandati, è arrivato nel 2007 partendo dal basso: “Ho iniziato con la Primavera del Mantova”.
Poi la scalata fino alla grande occasione con la Lazio nel gennaio 2016: “Lotito l’ho visto solo il giorno della firma, con loro non ho fatto nemmeno un allenamento”. Destino già scritto: “Mi avevano detto subito che sarei andato in prestito alla Salernitana”. Sei mesi in B a fare esperienza per risalire in A con la Lazio. O almeno così sarebbe dovuto essere: “ Speravo di avere almeno una possibilità per mettermi in mostra facendo il ritiro la stagione successiva come hanno fatto altri giovani, ma così non è stato”. E’ rimasto a Salerno fino all’addio definitivo. Ma chissà cosa sarebbe successo se… “All’inizio sembrava che alla Salernitana venisse Inzaghi ad allenarci e la Lazio doveva prendere Bielsa, poi è saltato tutto”. La sliding door della sua carriera: “Magari se fosse successo avrei fatto una carriera diversa, ma si vede che era destino”. Domani ritroverà qualche vecchio amico: “Conosco Strakosha e Luiz Felipe, brasiliano come me. Ci siamo sentiti qualche giorno fa e gli ho detto che se capita gli faccio due o tre tunnel”.
Otto squadre in poco più di dieci anni per Ronaldo: “Da una parte forse è meglio rimanere più tempo in un posto perché altrimenti bisogna sempre ricominciare da capo ogni volta, dall’altra, però, girare tanto mi ha fatto conoscere posti nuovi e molte persone”.
L’Italia attraversata in lungo e in largo, ma il cuore è rimasto ad Empoli: “E’ la città ideale per un giovane. Ci si può allenare senza pressioni e c’è una società importante alle spalle”. Lì dove ha fatto il debutto in Serie A: “Era il 2015, Giampaolo in panchina. Ho sofferto un po’ in ritiro perché venivo da un infortunio al ginocchio. Quel giorno sono partito dalla panchina contro il Chievo e sono entrato quando la partita era già compromessa. Ma a livello personale ero contento, è stata la realizzazione di un sogno”. E a Empoli ha un amico per la vita: “Con Mario Rui abbiamo un bel rapporto, anche le nostre mogli sono amiche. Ci sentiamo spesso, l’ultima volta per farci gli auguri di Natale”.
Il presente però si chiama Novara. O no: “Non so ancora se rimango. Vorrei provare a salire in B con il Novara, ma se arrivano delle offerte le valuterò insieme alla società”.
Sorride dribblando il mercato come fa con gli avversari in campo. E pensare che fino a qualche mese fa non rideva nemmeno se si sforzava: “E’ stata l’estate peggiore da quando faccio il calciatore. Tutti i rinvii per la partenza del campionato hanno condizionato l’intero girone d’andata”.
Tante giornate da recuperare, ora in campo bisogna pedalare a testa bassa: “Stiamo giocando una volta ogni tre giorni”. Roba che neanche chi fa la Champions: “Loro almeno ogni tanto si riposano”.
Alti e bassi in campionato: “Abbiamo fatto troppi pareggi, ci mancano due o tre vittorie in più per recuperare qualche posizione. Ma ora nel girone di ritorno ci rifaremo”. Tra un rinvio e un altro, il debutto del Novara è stato contro la Juve Under 23: “Anche se era la seconda squadra, fa sempre un effetto particolare vedere quelle maglie in campo”.
Fuori dal campo però ha occhi solo per la moglie Indiara e la piccola Gaia: “Ha 10 mesi, quando posso sto spesso con lei”. E per scaricare la tensione c’è sempre la Play. Ma niente calcio: “Con qualche compagno giochiamo a Call of Duty. I più forti sono Bove, Eusepi e Chiosa”. Ora però Play spenta e testa alla Lazio, Ronaldo contro quello che sarebbe potuto essere il suo passato.
di Francesco Guerrieri
Le ultime in casa Fiorentina su Stefano Pioli e il futuro della panchina. Sono ore…
Le dichiarazioni dell'allenatore della Lazio dopo la vittoria dell'Olimpico contro il Cagliari di Fabio Pisacane.…
In casa Fiorentina, per il ruolo di direttore sportivo si va verso la soluzione interna…
Il Genoa sta continuando a cercare un sostituto per la propria panchina dopo l'esonero di…
Nuovo ruolo per l'ex calciatore di Roma e Juventus: lavorerà nel club francese al fianco…
Spezia, attesa in nottata la decisione della proprietà su Luca D'Angelo: Roberto Donadoni il prescelto…