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Lazio, Lucas Leiva: “Dopo dieci anni di Liverpool avevo bisogno di una nuova sfida. Derby? Alla Roma toglierei Dzeko…”

Dieci anni di Liverpool, poi in estate il trasferimento alla Lazio. Lucas Leiva si è calato subito nella realtà italiana, nonostante la scomoda eredità di Biglia, capitano e insostituibile per Inzaghi: “Dopo dieci anni a Liverpool, avevo bisogno di una nuova sfida e la Lazio, il campionato italiano, la città di Roma, erano tutti fattori molto positivi per decidere di venire qui a giocare”.

Tra poco ore inizierà il suo primo derby di Roma: “Il nostro unico pensiero è vincere. Lo so, è una partita diversa, perché si tratta di un derby, ma noi calciatori dobbiamo comportarci e fare quello che è stato fatto nelle altre partite. Certamente per i tifosi ha un significato differente, ma in campo dobbiamo fare lo stesso come tutte le scorse settimane – dichiara in esclusiva al Corriere dello Sport”.

Il suo migliore amico nel Liverpool è anche una leggenda: Steven Gerrard: “Di amici ne ho tanti, soprattutto cinque o sei di loro con cui oggi parlo sempre e continuo a tenere il rapporto. Tra quelli con cui ho giocato dico Gerrard, era un calciatore incredibile, completo. Come capitano, mi ha insegnato tanto”.

Roberto Mancini, l’ha inseguito a lungo sul mercato. Lucas spiega i retroscena del suo mancato arrivo all’Inter: “ Non c’è una ragione sola. Per realizzare un trasferimento tre o quattro cose devono collimare. E poi conta il momento. Sì è vero, Mancini mi voleva, mi conosceva dai tempi in cui allenava in Inghilterra, ho giocato tante volte contro il Manchester City. Tra il Liverpool e l’Inter non si sono trovati gli accordi. Anche per me non c’erano tutti i presupposti per chiudere l’operazione”.

A Roma si è inserito in fretta e ha subito cancellato il paragone con Biglia: “Non ho sentito la pressione, perché non lo conoscevo. Era il capitano della Lazio, ha fatto quattro anni qui molto bene, è un nazionale argentino, un grande giocatore ma non lo conoscevo e dunque non mi ha dato alcuna pressione. Io sono qui per fare il mio lavoro senza paragoni, tutti i calciatori sono diversi, sono venuto qui per giocare e aiutare la Lazio. Sono stato rapido a inserirmi perché la squadra era già formata, quasi tutti si conoscevano già. Sarebbe stato diverso se fossi arrivato in una squadra con 8-9-10 giocatori nuovi. Mi sono inserito in un sistema di gioco organizzato, dovevo solo capire cosa voleva il mister e mettere le mie caratteristiche sul campo”.

Se potesse togliere un giocatore alla Roma, sceglierebbe Dzeko: “Ho giocato contro di lui molte volte a Liverpool. E’ molto bravo, alto, forte fisicamente, ma possiede tante qualità tecniche, calcia con i due piedi, mi piace molto”.

L’uomo derby in casa Lazio invece…: “Difficile indicarne uno. Se faccio il nome di un mio compagno, voi siete contenti ma io non lo sto aiutando, gli metto troppa pressione, non abbiamo bisogno di questo. In questa stagione c’è un centravanti come Immobile che ha segnato tanti gol, ma la forza della Lazio sta nella squadra. Vedremo domani, magari segna uno che nessuno si aspetta”.

Conosce Luis Alberto dai tempi del Liverpool. Si aspettava di ritrovarlo così forte alla Lazio? “Luis è sempre stato molto bravo, un giocatore raffinato però nel Liverpool non giocava tanto, era giovane. Si vedevano le sue potenzialità, mi aspetto che continui così”.

Infine su Inzaghi: “E’ un tecnico perfezionista, vuole che tutte le piccole cose si facciano meglio, questo è importante per una squadra. Sa stare vicino ai giocatori, tiene sempre una buona relazione con il gruppo e sul campo riesce a usare al meglio le caratteristiche dei suoi giocatori. Non ti chiede mai una cosa che non sia nelle tue caratteristiche. Sfrutta le qualità migliori della squadra”.

L’intervista completa potrete trovarla sull’edizione odierna de “Il corriere dello Sport”

Redazione

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