Il Procuratore Federale ha deferito la Lazio, il suo presidente, Claudio Lotito, e i medici sociali Pulcini e Rodia per responsabilità diretta, oggettiva e propria nella “Mancata Osservanza dei Protocolli Sanitari”. Come si legge nell’esposto della FIGC, l’accusa è quella di “non aver provveduto a far rispettare o comunque per non aver vigilato sul rispetto delle norme in materia di controlli sanitari e delle necessarie comunicazioni alle autorità sanitarie locali competenti”.
Nello specifico, a seguito delle indagini concluse il 22 gennaio, la Lazio è accusata di "non aver tempestivamente comunicato alle Asl competenti la positività al COVID-19 di 8 tesserati, riscontrata, in data 27 ottobre 2020, a seguito dell’effettuazione dei tamponi cd. Uefa del 26 ottobre 2020, in vista dell’incontro di Champions League Brugge-Lazio del 28 ottobre 2020”
Inoltre, al club biancoceleste si imputa di non aver “comunicato alle Asl competenti i nominativi dei 'contatti stretti' dei tesserati positivi” e non aver “'concordato' con le Asl locali competenti le modalità dell’isolamento fiduciario dei tesserati del Gruppo Squadra 'positivi' e la quarantena dei tesserati del gruppo Squadra 'negativi', ovvero dei cd. 'contatti stretti' dei tesserati ‘positivi’”. Di conseguenza, la Lazio non avrebbe neanche “attivato alcuna misura di prevenzione sanitaria con riferimento ai cd. 'contatti stretti' dei tesserati risultati positivi al Covid-19”.
Le accuse vengono ripetute anche per la mancata segnalazione di otto casi positivi prima di Zenit-Lazio. A questo va anche aggiunto l’aver “consentito o, comunque, non aver impedito a 3 calciatori di svolgere, con il restante Gruppo Squadra, l’intero allenamento della mattinata del 3 novembre 2020 […] nonostante la loro positività ai tamponi cd. Uefa effettuati in data 2 novembre 2020 fosse nota al dott. Rodia”.
Infine, si accusa di non aver sottoposto Ciro Immobile al regolare e “obbligatorio periodo di isolamento, in caso di asintomaticità, di almeno 10 giorni”. Il giocatore è stato impiegato in questo lasso di tempo in Torino-Lazio ed inserito nella distinta di gara di Lazio-Juventus. Fra i due match, Igli Tare aveva sottolineato come queste scelte la Lazio le avesse sempre prese in "buona fede".
Deferiti, oltre Claudio Lotito, dunque anche i medici Pulcini e Rodia “ciascuno per quanto di rispettiva competenza e/o, comunque, in concorso tra loro per non aver rispettato le norme sopra richiamate in materia di controlli sanitari e delle necessarie comunicazioni alle autorità sanitarie locali competenti”, si legge nel provvedimento.
Nei prossimi giorni si stabiliranno le date del processo sportivo, nel quale la Lazio avrà la possibilità di difendersi di fronte al Tribunale Federale.
Con riferimento alla richiesta di deferimento al Tribunale Federale, il portavoce del presidente Lotito, Roberto Rao, precisa che “si tratta di una questione relativa all’interpretazione delle norme che riguardano la disciplina che governa la materia del COVID-19, sia sotto il profilo dell’onere di comunicazione all’autorità sanitaria sia sotto il profilo dell’interpretazione applicativa di alcuni parametri dei protocolli sanitari”.
“Rimaniamo in attesa che venga fissata l’udienza per la trattazione dinanzi al tribunale federale, nel rispetto dei termini previsti dal codice. Confidiamo nella giustizia sportiva, che si esprimerà nelle sedi preposte – conclude Rao -, affinché venga ristabilita la corretta ricostruzione dei fatti e venga riconosciuta la totale estraneità rispetto agli addebiti contestati”.
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