Alla prima di campionato da tre anni segna sempre Birsa: Empoli, Inter e Udinese. La certezza del Chievo Verona si chiama Valter. Con la “V“, italianizzazione di Walter. Sloveno di San Pietro-Vertoiba, ma appena due chilometri dal confine con il nostro paese. Sloveno di nascita, ma italiano nel suo modo di giocare. Calciatore fisico, non solo tecnico. Un metro e ottantaquattro e un mancino naturale. Ruolo: trequartista, ma cresciuto come attaccante nei suoi primi anni di carriera. Prima con la maglia dell’ NK Primorje Ajdovščina e poi dell’ND Gorica, con la quale debutta nei preliminari di Champions League e segna 27 gol in campionato, grazie ai quali diventa il più giovane ad essere convocato con la maglia della Nazionale maggiore.
Una nuova vita in Francia – Nel 2006 il trasferimento in Ligue 1 al Sochaux e una nuova vita calcistica. Merito dell’allenatore Alain Perrin che ha l’intuizione di spostarlo qualche metro più indietro, anche per necessità, a causa dei tanti infortuni della squadra francese in quella stagione. Libero dalle marcature e con qualche tempo di gioco in più per realizzare la giocata. Non solo gol ma anche assist. Quattordici in cinque anni, prima con il Sochaux e poi con la maglia dell’Auxerre, con la quale debutta nella fase finale della Champions League. Un girone difficile con Milan, Real Madrid e Ajax, ma arriva il primo gol, su punizione contro gli olandesi del giovane Luis Suarez.
Le difficoltà in Italia, poi il Chievo Verona – “Se l’avete preso al fantacalcio avete fatto un buon acquisto” parola di Maran, ora suo allenatore al Chievo e primo estimatore, tanto da farlo diventare il giocatore più presente nella scorsa stagione. Per convincere Maran, però non sono bastati solo gli assist, ma anche i gol: quattordici in tre stagioni con la maglia gialloblu. Li conoscono bene i tifosi del Chievo Verona. Meno quelli di Genoa, Torino e Milan. Tre stagioni e un’occasione persa con la maglia rossonera. Qualche giocata nei pochi spazi di partita da vice Boateng, Kaka e Robinho. Meglio nel Torino di Ventura, che lo fa giocare esterno nel suo 4-2-4. La rinascita però è con il Chievo Verona. Merito di Maran dunque, ma anche di Mateja, la moglie: “E’ una super cuoca! Rispetta la mia dieta. Via pane, pasta, formaggi e maiale. Quando si cresce bisogna curarsi per fare ottime performance”.
All’età di 31 anni la definitiva consacrazione atletica, ma soprattutto tattica. A Verona e da trequartista, dove continua a studiare per migliorarsi. La precisone nel mancino, quella c’è sempre stata. Merito dell’allenamento al muro, da quando da bambino giocava con gli amici: “Ma ora si pensa più al gps”. La corsa sì, ma soprattutto la tecnica. Così ha chiuso la partita contro l’Udinese, alla prima del nuovo campionato. Tiro a giro di sinistro a scavalcare Scuffet. Il marchio di fabbrica di Valter Birsa, non più solo assist ma anche tanti gol. Come negli ultimi due anni, prima faceva esultare gli altri, ora festeggia lui.
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