“Non avrei mai immaginato di portare il club in Europa. Davvero, non ci avevo mai pensato. Non c’era questa visione al tempo. Poi è successo tutto in fretta…”. Siamo nel 2014. Il LASK è a un passo dal fallimento e si trova in terza divisione austriaca. Non ci sono fondi per comprare un autobus, né tantomeno per poter regalare le maglie ai tifosi a fine partita. Qui arriva la svolta nella storia recente del club di Linz, che oggi gioca ogni anno in Europa. A raccontarcela è Siegmund Gruber, attuale CEO ed ex presidente del LASK che ha costruito in prima persona una delle favole più romantiche del calcio di oggi.
Torniamo un attimo a quel 2014 e ricostruiamo il contesto. Il LASK è vicinissimo al fallimento dopo essere retrocessa in terza divisione. Qui entra in scena Gruber, che insieme a dei suoi amici decide di comprare il club: “Facevo parte di un gruppo chiamato ‘Gli amici del LASK’. Noi non vedevamo l’acquisto del club come un investimento vero e proprio: volevamo fare qualcosa per la nostra regione e per una squadra che abbiamo sempre amato. Adesso il gruppo è un po’ cambiato, alcuni sono andati via e altri sono arrivati” racconta ai microfoni di gianlucadimarzio.com.
Una scelta di cuore, senza grandi aspettative e obiettivi per il futuro a lungo termine. Gruber diventa così il presidente del LASK e inizia a scrivere la storia: “Quando abbiamo comprato il club, c’era solo un campo. Non c’erano campi di allenamento né tantomeno un autobus per le trasferte”.
Investimenti importanti, un progetto serio e l’amore per la propria squadra: il progetto del LASK è stato costruito su queste basi. E poi ci sono le intuizioni, come quella di credere in Oliver Glasner che oggi allena il Crystal Palace: “Un passo importante nella nostra storia c’è stato nel 2015 col suo arrivo. Condivideva la nostra visione, il nostro progetto: è stato con noi fino al 2019”. Così è iniziata la scalata verso la prima divisione, completata nel 2017. E al primo anno in Bundesliga austriaca arriva anche la qualificazione ai preliminari di Europa League.
Ma non finisce qui. Perché nella stagione successiva, il LASK chiude al secondo posto e conquista un posto nei preliminari di Champions League: “Lì ho pensato: ‘Ok, stiamo facendo qualcosa di grosso’. In quel momento ci siamo accorti di aver costruito una realtà importante”.
E poi c’è la competenza di come muoversi sul mercato: “Abbiamo una rete di scouting molto forte: cerchiamo giovani da far crescere. Ma non siamo mai forzati a vendere i nostri giocatori: per noi è una priorità”. Cercare talenti e farli crescere: l’ultimo esempio è Keito Nakamura, oggi allo Stade Reims. Il LASK lo ha scovato dal Gamba Osaka e lo ha portato in Austria nel 2019 per 500mila euro rivendendolo la scorsa estate per 12 milioni di euro.
Gli investimenti più importanti del club, però, sono stati fatti fuori dal campo: “A febbraio 2023 abbiamo inaugurato il nostro nuovo stadio. Nel nostro centro sportivo abbiamo quattordici campi di allenamento: tutto ciò ha aumentato il nostro appeal”. Circa 25.000 posti, ristoranti e una struttura super moderna: la Raiffeisen Arena è un impianto che fa invidia a mezza Europa.
Mentre riavvolge il nastro e ripensa al passato, Siegmund è già proiettato sul futuro. Su come migliorare un meccanismo già perfetto, sugli obiettivi del suo LASK: “Vogliamo continuare ad arrivare tra le prime tre squadre in campionato e magari provare a diventare campioni. Il Red Bull Salisburgo ha un budget immenso rispetto al nostro, quindi vincere il campionato è difficile per tutte le squadre, non solo per noi. È complicato ma ci proveremo ogni anno”.
Il LASK può contare su tanti talenti importanti. Uno di questi è Marin Ljubicic, attaccante croato classe 2002 che piace a tanti top club. È già a quota 26 gol e 4 assist in 68 partite ufficiali con la squadra di Linz: “Abbiamo tanti giocatori forti e Ljubicic è uno di loro: è forte fisicamente ma anche tecnicamente. È un ragazzo incredibile, a lui importa solo di giocare a calcio”. Il croato, nel campionato austriaco, ha una media gol migliore di Okafor e Hojlund.
Oggi l’”Athletiker” è una habitué del calcio europeo, dieci anni fa era a un passo dalla fine di tutto: “Siamo in cinquantaduesima posizione nel ranking UEFA: è stato un bel percorso”. Più che un bel percorso, è una vera e propria favola. Il capolavoro firmato da “Gli Amici del LASK”.
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