Quiz o realtà? Realtà. Tangibile, verificabile, comprovata dal traguardo raggiunto e premiato in occasione della partita tra la sua Feralpisalò e il Sudtirol. Duecento con i “Leoni del Garda”. Duecento! Obiettivo? “Altre duecento. Complessivamente poi ho già perso il conto, sono quasi a cinquecento nei professionisti…“. Lo dice ridendo Andrea Bracaletti in esclusiva a Gianlucadimarzio.com: “Fare il salto di categoria sarebbe il sogno di una carriera, sarebbe la terza nei professionisti, dopo Sassuolo e San Marino“. A Sassuolo con Allegri: “Già allora era uno deciso, esplicito, niente lo scalfiva. Sa sempre come trasmettere tranquillità“.
Tranquillità che va poi trasmessa in campo, e Bracaletti in campo è tranquillo e deciso, però, a segnare. E a sognare, con la sua Feralpisalò, verso una Serie B già assaggiata in carriera e che, a trentaquattro anni, è l’obiettivo per definire una carriera comunque piena di soddisfazioni. Le promozioni e non solo. Come i gol: “Tanti, il più bello? All’ex Giglio di Reggio Emilia, contro la Reggiana. E poi ci sono quelli annullati in finale playoff, tre. Poi feci gol al ritorno. Sono quelle le partite che mi hanno dato emozioni incancellabili, altre le vorrei rigiocare, come la partita con la Pro Vercelli ai playoff“.
Emozione che potrebbe arrivare da uno stadio speciale: “Sono tanti quelli visti in carriera, i più belli a Parma, Reggio Emilia e Trreiste. Ma uno mi fa impazzire e sogno di giocarci: il Camp Nou“. Barcellona-Feralpisalò, fantacalcio? Intanto un altro suo ex allenatore, Maurizio Sarri, sfida un’altra soagnola: il Real Madrid in Champions: “Per il Real non sarà semplice. E’ una partita aperta e il Napoli non parte già spacciato“.
Il talento, la voglia di arrivare e di non smettere di sognare, lo hanno portato a duecento presenze. E Bracaletti non si ferma: “Non penso a cosa fare una volta ritirato perchè vorrebbe dire che devo davvero smettere di giocare. E io non voglio smettere“. Chi ha smesso è Domenico Morfeo: “Il giocatore più forte che abbia mai affrontato, anche Salvetti quando lo chiamavano genio, e Pinardi“. Loro, più in là con gli anni, hanno smesso. Lui, a trentaquattro anni, che fa? Lascia o raddoppia? La risposta è piuttosto chiara: obiettivo quattrocento. Si raddoppia.
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