Interviste e Storie

Consapevolezze – Ladinetti: “Questione di cuore”

Credit: US Pontedera

Nell’estate del 2021 la vita di Riccardo Ladinetti è cambiata per sempre.

Era luglio, la stagione con il suo Cagliari stava per partire. Poteva essere quella della svolta. Fino al momento delle visite mediche di routine prima del ritiro. “Stavo facendo un esercizio sotto sforzo. Mi hanno fermato all’improvviso”.

“Riccardo abbiamo trovato un problema al cuore”. Cambia tutto. La pura di smettere, settimane per capire l’entità del problema, tre mesi fermo e un malessere interiore che cresceva: “Un incubo”.

Una carriera iniziata nella sua Sardegna, inseguendo quel sogno di vestire la maglia del Cagliari. “Amo quella squadra. Ci sono entrato da bambino arrivando a esordire in Serie A, che emozione”.

Dall’addio al Cagliari al Pontedera, passando per il rapporto con i genitori e il possibile passaggio all’Inter: la lettera di Ladinetti a Consapevolezze.

La lettera di Ladinetti

Un estratto della lettera.

È l’estate del 2021. Luglio per la precisione. La nuova stagione con il mio Cagliari sta per partire. È quella della svolta, lo sento. Sono pronto. È il giorno delle visite mediche. “Riccardo fermati subito, scendi dalla cyclette”. Scusate, in che senso?

Sono appena tornato dal prestito all’Olbia. Un’esperienza positiva in cui ho molto bene. Il ds Capozucca mi ha chiamato per dirmi che avrei avuto spazio e che mi vogliono tenere con loro. Poi sono arrivati quei test. Durante un esercizio sotto sforzo, il dottore mi ferma subito. Qualcosa non va. Mi trovano un problema cuore, ma non si capisce bene di cosa si tratta. Buio. Questo è l’inizio del mio incubo. Mesi di disperazione.

È tutto così incerto. Inizio a fare visite. Milano, Villa Stuart e poi a Padova dove mi trovano delle extrasistole. Le ho da sempre, mi dicono. Alcune creano problemi, altre no. Mi hanno fermato in tempo per fortuna. Sono dovute al Covid che mi ha causato delle aritmie. Non me l’aspettavo. Alla fine quelle in ritiro sono visite di routine. Mai avrei pensato di ritrovarmi così, lontano dai miei compagni. Lontano dal mio pallone.

“Devi stare fermo 3 mesi, hai un problema al cuore”. Un velo nero cala su di me. La preoccupazione aumenta. L’ansia inizia a salire. La testa mi gira. Sto per svenire, lo sento. “E ora cosa faccio?”. Giorni dopo arriva la chiamata del dottore per comunicarmi tutto: scoppio a piangere. In un secondo la mia vita è cambiata. Anni di sacrifici, sogni che mi stavo costruendo. Tutto finito. “Perché a me? Perché quest’anno che sarebbe potuto essere quello della svolta?”.

 

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Nicolò Franceschin

Nato nel 1997 tra Milano, Como e Lecco. Laureato in Giurisprudenza, ma ai codici ho preferito una penna. Cresciuto con Maradona (il calcio), ma anche Ronaldinho e Sneijder. Il fascino del numero 10. Credo nella forza delle parole. Verità e narrazione. In giro in macchina per stadi, campi e strade alla ricerca di nuovi colori da scrivere, perché ognuno ha una sua sfumatura. Le note del telefono che si riempiono di storie, alcune il cui finale è ancora tutto da scrivere. Una di queste è la mia. Raccontare emozioni e dare voce a chi non ce l’ha.

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