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La vittoria da “signore” di Massimo Rastelli: “Emozioni uniche, ma la vita è fatta di scelte”

E’ il 13 febbraio del 2005. In campo si gioca il sentitissimo derby Avellino-Napoli. Il Partenio trabocca di passione. Gara combattutissima, occasioni da entrambe le parti, match tirato. Alla mezz’ora circa del secondo tempo l’episodio chiave. Punizione, la palla arriva in mezzo e il numero sette, seppur non un gigante, stacca e fa esplodere lo stadio. Capelli a mezza altezza, occhi azzurri, sorriso fiero. E’ proprio lui, Massimo Rastelli a regalare la gioia  più grande ai tifosi dei “lupi”. In tribuna, dopo il 2 a 0 di Biancolino, ci sono persone in lacrime. Al termine di quella stagione, lo spareggio regalerà la promozione in B all’Avellino, proprio ai danni del Napoli.

 

Il 5 maggio 2013 un nuovo capitolo. Ruoli diversi, stesso risultato: promozione in serie B. A Catanzaro la rete di Zigoni regala, con un giorno d’anticipo, il salto in cadetteria e Massimo Rastelli viene a lungo festeggiato dai circa mille tifosi al seguito della squadra. E’ lui il condottiero, che dopo anni bui, concisi con il fallimento, riporta gli irpini nel calcio che conta. Durante le due stagioni di B l’Avellino gioca un gran calcio, crea un gruppo solido e mantiene senza patemi la cadetteria, anzi, di più, si gioca la promozione in serie A. Tutt’altra musica rispetto alle precedenti comparsate in B, un mordi e fuggi. Eppure, dopo la partita di Crotone della scorsa stagione, Rastelli viene messo nelle condizioni di chiedere l’esonero. Resiste, e sfiora la A.

 

Il 12 giugno 2015 si chiude ufficialmente il secondo capitolo di una storia fatta di successi e di emozioni forti: “Sono orgoglioso di essere stato l’allenatore di questa grande squadra – dichiarò Rastelli, qualche giorno dopo l’addio, all’emittente OttoChannel – e di aver mantenuto l’impegno con il nostro pubblico. Ogni mio giocatore ha incarnato lo spirito dei lupi e insieme abbiamo ridato dignità ai nostri tifosi, che in passato erano stati umiliati e presi in giro. Vado via a testa alta”. Cinque anni impossibili da cancellare e così è stato anche ieri sera, nonostante le promesse e le premesse  della vigilia. Fischi, tanti, il pubblico ha sentito di accoglierlo così. E lui? Al cuore non si comanda. Braccio alzato, sguardo rivolto a loro, saluta i suoi ex tifosi,  con affetto e senza rancore.

 

Vittoria in tutti i sensi. Dalla reazione signorile durante il suo ingresso “a testa alta”, come lui stesso aveva anticipato, ai tre punti, su un campo difficilissimo, colti grazie  alle sue scelte che hanno fatto la differenza. L’entrata di Cerri, uno dei suoi pupilli, ha regalato il gol partita. “Sono state emozioni forti per me – dichiara Rastelli nel post match – Rientrare in questo stadio che per tanti anni mi ha regalato gioie e grandi soddisfazioni è stato strano. Però la vita è fatta di scelte e si deve sempre guardare avanti”. E non saranno certo dei fischi, comprensibili o meno, a cancellare la bella pagina di calcio scritta da Massimo Rastelli ad Avellino.

Francesco Caruso

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