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La Svizzera, la Juve, la Roma. Zeman: “Totti? Lo vorrei sempre in campo, se sta lì vuol dire che si sente all’altezza”

La porta di Coverciano è aperta, lui se ne sta lì in piedi con un piede dentro ed uno fuori. Immancabile sigaretta, a metà fra le labbra e le sue dita. Zdenek Zeman scruta la pioggia, evidentemente non gradisce. Impermeabile addosso, alle sua spalle un via-vai di allenatori. “Bentornato Mister!“, qualche abbraccio e tante strette di mano. Mancava l’Italia? “Lugano non è Svizzera italiana, io dico sempre che è Italia svizzera”: sorriso pungente, occhi che cercano di indovinare la prossima domanda. Che arriva, certo. La finale di Coppa? “Un grosso traguardo per noi, non siamo una società importante e pronta per giocare a quei livelli. Il nostro obiettivo è salvarci – racconta il boemo in esclusiva a GianlucaDiMarzio.com – e dobbiamo lottare, però la finale è un grande premio per il lavoro che hanno fatto i ragazzi e speriamo di potercela giocare”.

Sì, però… la Serie A manca un po’ no? “Guardo il calcio italiano sì, ma per me non ci sono state partite eccezionali da vedere. Forse la migliore Fiorentina-Napoli… è un campionato molto equilibrato, Juve e Napoli hanno qualcosa in più e spesso lo confermano sul campo”. Intanto passano Mihajlovic e Mancini. Arriva anche Paulo Sousa che raggiunge i colleghi al buffet. Da Rastelli a Castori, c’è tutta l’Italia della panchina: “Li ho visti bene i miei colleghi, qualche litigio… Ma è normale: chi vince sta bene, chi perde deve soffrire per una settimana”. Ah, ecco anche Allegri. Giacca, cravatta e Panchina d’Oro in mano: “L’ha meritata, ha vinto e ha portato la Juventus in finale: giusto sia andata a lui. Ha una società forte dietro, ma è anche bravo”. Non c’è Spalletti, a Coverciano. Perché in quei minuti la sua Roma sta volando verso Madrid. E Totti? Sì, anche lui. A proposito… Qualcosa da dire? “E’ giusto che un allenatore faccia le sue scelte, è anche vero che possono sbagliare però. Si sa qual è il mio rapporto con Totti, io lo vorrei vedere sempre in campo. Ma è giusto che Spalletti faccia le sue scelte, come ho detto. Totti se sta lì vuol dire che si sente all’altezza dei compagni, quando sentirà che non ce la fa… è giusto che smetta”. La pioggia invece potrebbe smettere anche subito, sembrano dire i suoi occhi. Intanto una sigaretta è già finita ed un’altra sta per accendersi. A modo suo, anche solo per un giorno, Zeman è tornato.

Guido Barucco

(Aspirante) giornalista tra Firenze e Milano. Studio Giurisprudenza, ma la mia legge è soprattutto il calcio. Amo raccontare storie ed emozioni, quelle che vanno oltre i colori e la fede. Pubblicista dal 2013 e nella famiglia di GianlucaDiMarzio.com da febbraio 2014.

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