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La SPAL e il tabù San Siro: Inter imbattuta da oltre sessanta anni

Sfatare il tabù San Siro. È questo il prossimo obiettivo della squadra di Semplici. Un muro invalicabile alzatosi dal 1952, primo anno della SPAL in Serie A. Un San Siro ancora privo del secondo anello costruito solo tre anni dopo, senza illuminazione artificiale, che rendeva impossibile le partite serali e seggiolini solo per qualche spettatore, gli altri tutti in piedi. Sprazzi di calcio bianco e nerazzurro. Nel Meazza interista, 16 partite tra il ’52 e il 67, con solo due pareggi come miglior risultato per i ferraresi. Ultimo incontro con l’Inter nel ’79. Primi segnali di calcio a colori, meno per la SPAL retrocessa in Serie B e la Coppa Italia a fare da proscenio alla sfida tra nerazzurri e emiliani. Ancora una sconfitta, netta per 3 a 0, con i marcatori più vicini alla nostra memoria: in gol Beccalossi, Oriali e Altobelli, gli ultimi due protagonisti poi nel Mondiale spagnolo. L’ultima volta a San Siro con il Milan nel campionato ’80-81, con i rossoneri retrocessi in Serie B. Due a uno per il diavolo e un giovane Walter Novellino in gol, in tuffo, ma di mano. Con polemiche seguenti, che lasciano l’amaro per l’ultima volta al Meazza.

Ventisette anni dopo, si riaccendono le luci a San Siro per la SPAL, con qualche speranza in più. Le speranze portate da un inizio di campionato con quattro punti punti conquistati nelle prime due partite; la vittoria in casa e il pareggio all’Olimpico contro la Lazio. Semplici potrà affidarsi a due che San Siro lo conoscono bene. Marco Borriello, appena arrivato a Ferrara, già in gol nella sua prima partita in biancoazzurro, 75 presenze e 21 gol con la maglia del Milan. E Alberto Paloschi, anche lui uscito dal settore giovanile rossonero, al quale sono bastati appena 18 secondi per segnare il suo primo gol con la maglia del Milan. Dove? A San Siro ovviamente, predestinato. E poi la predisposizione di una squadra a giocare meglio in trasferta, 31 punti nello scorso campionato di Serie B. La SPAL torna a Milano. Cinquanta anni dopo dall’ultima volta in Serie A. Un altro calcio, una SPAL diversa, ma soprattutto un nuovo San Siro.

Riccardo Setth

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