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La seconda prima volta di Vidal: il ritorno allo Stadium, i (pochi) fischi per una notte, la tensione e poi l’amore

Il ritorno. Uno sguardo ai libri di letteratura, un topos nel corso degli anni. Da Manzoni a Pascoli, passando per Montale, un po’ tutti hanno affrontato questo tema. Che, proiettato al calcio, diventa ancora più seguito. Emozionante, ovvio. Quanti ce ne sono stati nella storia, si fa fatica anche solo ad elencarli. L’ultimo in ordine cronologico, però, è facile: Arturo Vidal.

La prima volta, si sa, non si scorda mai. E figuriamoci la prima volta da avversario in quella che per anni – quattro, con precisione – è stata casa tua. Come un ciclo che si ripete, ieri si è chiuso per la prima volta un cerchio concentrico e concentrato, denso di passione e sì, anche tensione. Un mix di sensazioni contrastanti nell’animo del centrocampista del Bayern Monaco, che doveva per la prima volta difendere i colori di una maglia rossa dentro uno stadio tutto colorato di bianco e di nero.

Sembra un’antitesi quasi, uno scherzo del destino che si è preso gioco dell’urna della Champions League e ha costretto Re Artù, come l’avevano ribattezzato a Torino, a tornare allo Stadium. L’accoglienza, chiaro, non è stata normale. Gli stati d’animo dei 40mila di Torino erano contrastanti: negli occhi avevano fisse, stampate le immagini di quel baluardo che combatteva in quel campo su ogni pallone. Nel cuore il dispiacere di non averlo ma anche il piacere di averlo avuto in squadra, di aver tifato per lui. Un ossimoro, stavolta, restando sul tema letterario.

E sì, perché la letteratura c’entra tanto in questa storia. Il ritorno scenderà di nuovo in campo tra due settimane, quando si rincontreranno Vidal e la Juventus. Chissà quale sarà il suo ricordo. Già oggi – ne siamo certi – Vidal starà ricordando la notte dello Stadium. Ricorderà l’amore dei tifosi, sì, ma anche qualche fischio. Un mix insieme agli applausi.

I fischi sono arrivati, a tratti. Pochissimi, sommersi dagli applausi anche, al momento delle formazioni ufficiali. Ma soprattutto quando Arturo, con la solita carica, è andato a battagliare con Mandzukic. Scontro tra titani, direbbe qualcuno. Un parapiglia dovuto alla voglia di vincere, che tutti hanno avuto lì sul prato verde. Ma gli applausi, poi, non potevano mancare. Per la Juventus, certo, ma anche per quel guerriero che ha dimostrato di non aver perso le sue solite caratteristiche.

Sorriso a metà per Vidal, ma il ricordo già lo pervade. Arturo si ricorderà di questa notte, quella del 23 febbraio, come una serata passionale: la sua, in campo, la sua verso i tifosi, quella dei tifosi verso di lui. “Un giorno di grandi emozioni…grazie Juventini per ricevermi con tanto affetto… ci vediamo il 16 a Monaco!!!” ha scritto lui si Twitter, come atto di ringraziamento. Perché certi amori fanno dei giri immensi e poi ritornano, sempre. In qualsiasi senso: che sia da visitatore o da avversario. E certi amori non tramonteranno mai.

Redazione

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