Il Potenza Calcio, nella giornata di ieri, è uscita vittoriosa dallo stadio A. Viviani. Sì, certo, proprio così. Perché l’1-5 inflitto ai padroni di casa dal Catanzaro di Auteri non ha inciso minimamente sull’esito di un’altra partita che, parallelamente, si stava giocando: quella contro il razzismo.
Il patron del Potenza Calcio, Salvatore Caiata, ha così dichiarato ai microfoni di gianlucadimarzio.com: “Ho invitato gli immigrati ospiti di quattro centri di accoglienza ad assistere alla partita Potenza-Catanzaro perché quanto accaduto a Milano deve farci riflettere”. Il riferimento è chiarissimo: S. Siro, Boxing Day, Inter-Napoli, Kalidou Koulibaly.
È evidente che l’ondata di solidarietà che ha piacevolmente travolto il giocatore senegalese del Napoli nel day after ha raggiunto anche la Serie C, dove ai segni già tanto numerosi di vicinanza si è voluta dare ancora più forza, con un’ulteriore manifestazione di tolleranza e cultura (sportiva e non) per disintegrare le forze residue di ignoranza e razzismo.
Sul perché il Potenza abbia voluto prendere una posizione tanto netta nei confronti della desolante vicenda di Milano, Salvatore Caiata confessa: “Ricordo una frase di Martin Luther King che è stata per me sempre un volano essenziale di vita: «Può darsi che non siate responsabili per la situazione in cui vi trovate, ma lo diventerete se non fate nulla per cambiarla».
Nel nostro piccolo – che poi tanto piccolo non è – come società sportive dobbiamo lottare ed essere compatti in questa battaglia all’ignoranza segregazionista ed essere i primi a promuovere con coerenza i valori di amicizia e di solidarietà che caratterizzano da sempre il gioco del calcio. Ospitare dei ragazzi di quattro centri di accoglienza diversi per vedere la partita Potenza-Catanzaro è stato un gesto simbolico – commenta ancora Caiata – che mi auguro possa contribuire a ricreare quel clima di serenità che dovrebbe accompagnare le manifestazioni sportive. Il calcio deve tornare a unire le persone e i popoli e non a dividerli”.
Per Boum, Sosso, Emmanuel, Ibrahim e Ousman non è stato sicuramente un pomeriggio come gli altri, lì al centro del campo a ‘gridare’ con forza: “NO AL RAZZISMO!”. Come Il Precursore insegna, però, “Prima che i tempi, sono gli uomini a dover cambiare” . Ma Ieri, al Viviani, un primo e decisivo passo si è fatto, con la ‘Potenza’ di tolleranza e solidarietà per un futuro che regali ‘tempi’ nuovi e in cui essere, tutti, semplicemente..umani.
A cura di Giovanni Caporale
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