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La Gumina, canterano rosanero. Il “nano”, 21cm dopo, trascina il Palermo al Viareggio: tra Capaci, Icardi e quei provini

Dodici gol in tredici gare in Primavera, cinque su cinque al Viareggio: numeri da gigante, per chi fino a qualche anno fa era semplicemente “Nano“. Così chiamavano Antonino La Gumina nei Giovanissimi del Palermo: 163cm di talento, ruolo trequartista, gol che comunque non mancavano. Ah, per tutti Nino eh. Pure per mamma Silvana e papà Filippo. Quel nano, 21 cm dopo, trascina i rosanero in semifinale al Torneo di Viareggio. La Gumina, La Gumina, La Gumina: “segna sempre lui“, ritornello a cui in Versilia ormai si sono abituati. Nel poker delle principesse semifinaliste in cerca di corona, ognuna ha il suo Principe: Nino è quello rosanero. Fa la differenza, quello che Bosi si aspettava da un ’96 fuoriquota come lui. Lui che adesso fa il centravanti sfruttando quei 21cm in più che si è ritrovato addosso: per questo dai Giovanissimi alla Primavera ha cambiato ruolo (passando per la fascia occupata negli Allievi), per questo adesso la sindrome di Osgood-Schlatter che ne aveva bloccato la crescita è soltanto un ricordo lontano.

Nino, fin da picciriddu, è cresciuto nel Palermo: canterano rosanero, dai Pulcini in poi. Ai provini lo portò mamma Silvana: “Antonino, che caratterino…“, avrà pensato in rima. Perché a 9 anni aveva già deciso che agli allenamento col Capaci non ci andava più: i compagni non gliela passavano, lui decise di partire dalla difesa, dribblare tutti e fare gol. Fu l’ultimo ricordo, poi ad ogni telefonata dell’allenatore rispondeva che gli facevamo male i talloni. Eppure il talento era tanto, troppo. Già sbocciato per non essere così limpido: ai provini col Palermo mamma non lasciò neppure il numero di telefono, soltanto il certificato medico. “E come ci rintracciano?“, preoccupata. Ci volle poco: “Chi sono i genitori del bambino di Capaci?” urlavano tra la folla. Alzarono la mano, presenti. Era l’inizio di una storia scritta rosa su nero. Poi, la lunga ascesa: i gol, i sorrisi, gli ostacoli, la malattia. Da nano a gigante, il passo La Gumina lo ha fatto prima in campo che fuori: denti stretti e tanto lavoro, fino ai primi allenamenti con i grandi. Al Barbera, a porte aperte, con Dybala e Vazquez di fronte: per lui doppietta, e tanti applausi dai tifosi. L’anno scorso arrivò anche l’esordio in A, contro il Milan. Soddisfazione mica da poco dopo aver brillato al Viareggio col compare Bentivegna. Stesso torneo anche quest’anno, nuovi compagni là davanti, stesso ritornello: “segna sempre lui”, quel Nino lì a cui adesso la passano eccome. Nano? Non più: ora sogna Icardi e fa sorridere Bosi. La Gumina, La Gumina, La Gumina: il Palermo che sogna in grande al Viareggio è trascinato da un Nano diventato gigante. E dovrà imparare quel dolce ritornello.

Redazione

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