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La doppia fede di Don Andrea: niente prediche ma tanto amore per la Virtus Entella

Come trovare la serenità…in un “Amen”. Scherzi a parte nello spogliatoio della Virtus Entella sembra abbiano trovato la strada giusta. Merito di Don Andrea Buffoli che dal 2011 è stato nominato assistente spirituale dell’Entella dal presidente Gozzi.

“Sono stato abbonato per tanti anni quando la squadra era nelle serie minori, poi nel 2013 ho ricevuto anche la ratifica ufficiale del mio ruolo da parte del Vescovo”. E adesso per i giocatori della prima squadra Don Andrea è un punto di riferimento a tutti gli effetti. “Ma non solo per loro, perché mi occupo anche dei ragazzi del settore giovanile e dei dirigenti. Insomma, chiunque in società abbia bisogno di una persona con la quale parlare sa che può contare su di me”.

E a quanto pare sono in tanti a fidarsi di lui. “Quando posso seguo gli allenamenti e sono sempre vicino alla squadra, ma senza mai fare prediche a nessuno, mi basta far sentire la mia presenza”. Motivo per il quale poi sono nate anche tantissime amicizie. “Proprio un anno fa sono stato a Piacenza a celebrare il matrimonio di Simone Guerra, con il quale sono rimasto in contatti anche dopo che ha lasciato l’Entella”.

Per Don Andrea ciò che conta è saper essere una fonte di serenità per i ragazzi. “Chi ha voglia di parlare sa che io ci sono ed è per questo che ho ottimi rapporti anche con giocatori che non sono cattolici, perché non mi vedono come un prete, ma come un amico al quale poter parlare di tutto”. Senza mai abbandonare il ruolo di…tifoso. “Ovviamente mi è capitato anche di dover assolvere qualche calciatore per aver sbagliato un gol a porta vuota”, aggiunge con il sorriso. “Certo in cuor mio avevo sofferto per quell’errore, ma sbagliare è umano, ed è quello che provo a far capire ad ognuno di loro”.

Il ruolo di parroco, invece, non lo abbandona mai. “Oggi, ad esempio, dovrò arrivare al derby con un po’ di ritardo perché ho la via crucis e non posso essere allo stadio in perfetto orario”. E questa è una cosa abbastanza rara per lui. “Sono un po’ scaramantico e per questo cerco di arrivare allo stadio sempre allo stesso orario con un’oretta di anticipo dall’inizio del match così che possa stare accanto ai ragazzi anche durante il riscaldamento”.

Tra gioie e dolori per Don Andrea la missione è sopratutto quella di accompagnare la vita delle persone. “E’ fin troppo facile stare accanto ad una persona che soffre, bisogna essere bravi ad esserci nella quotidianità, nelle piccole cose, perché è in quei momenti che si ha davvero bisogno”.

Lo hanno capito tutti a Chiavari, a partire dai calciatori che prima ancora della benedizione, da Don Andrea cercano la battuta giusta per rinfrancar lo spirito.

Redazione

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