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La (dolce) domenica di Pelagotti: dall’abbonamento in Fiesole all’esordio in A con l’Empoli nel derby

Un esordio così non se lo aspettava proprio, Alberto Pelagotti. Lo sperava sì, perché pochi giorni fa aveva raccontato di come stesse attendendo “l’occasione giusta nelle ultime partite”. Forse, però, debuttare nel derby contro la Fiorentina era impossibile da pronosticare anche per lui. Glielo comunica il preparatore dei portieri dell’Empoli, Mauro Marchisio, ieri sera. E’ già tardi nel ritiro azzurro, “Pela” – come lo chiamano i compagni – si prepara per un’altra domenica a sostenere i suoi dalla panchina dopo aver studiato da vicino Buffon, “l’idolo di sempre”, una settimana fa allo Stadium. “Skoru non ce la fa, giochi tu domani” gli dicono, lui in un attimo sente brividi ed emozioni per il tanto atteso esordio in A. A 26 anni.

Guanti pronti, stesso sorriso di sempre, sfrontatezza tipica del ruolo. Nato ad Empoli, nella vita e nel calcio. Le prime parate al Castelfiorentino e poi il vivaio azzurro… Sì, però, la domenica andava al Franchi: cuore viola da piccolo, perfino “tanti anni di abbonamento in Fiesole con mio padre” racconta poi. E allora sì che l’esordio, di colpo, diventa storico: la prima volta in Serie A di Alberto Pelagotti coincide col derby che ferma la città, quello che tutti attendono, quello che, al Castellani, l’Empoli non vince da 30 anni. Contro la “sua” Fiorentina, Pela risponde presente eccome: emozioni e paure si fanno da parte, meglio lasciar posto a parate che strappano applausi del pubblico e abbracci dei compagni. Pure un urlo di gioia e di liberazione che gli grida in faccia Tonelli su un’uscita che scaccia la paura, pochi istanti prima del 2-0 di Zielinski. Da qui poi scatta la festa, e lui se la gode tutta sotto i tifosi azzurri. Salta, urla, esulta: è una domenica doppiamente storica per lui. Che per tutta la stagione ha osservato (ed aiutato) Skorupski da vicino: mai una parola o un gesto fuori posto. Tra sfide a colpi di traverse con Giampaolo e quei sorrisi di chi fa gruppo e aspetta in silenzio la sua occasione. Eccola, tutta da incorniciare: la dolce domenica azzurra di Alberto Pelagotti. “Mi sento empolese”, e questo sì che per Empoli è il lieto fine più bello.

Guido Barucco

(Aspirante) giornalista tra Firenze e Milano. Studio Giurisprudenza, ma la mia legge è soprattutto il calcio. Amo raccontare storie ed emozioni, quelle che vanno oltre i colori e la fede. Pubblicista dal 2013 e nella famiglia di GianlucaDiMarzio.com da febbraio 2014.

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