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La città si ferma, Genoa e Sampdoria pure: allenamento interrotto un mese dopo la tragedia

Sessanta lunghissimi secondi di silenzio, una città intera immobile nel ricordo di chi non c’è più: a un mese di distanza da una tragedia troppo grande da sembrare ancora vera, Genova si è fermata per ricordare le 43 vittime della tragedia di Ponte Morandi. Ore 11.36, stesso orario di quel maledetto 14 agosto: la pioggia a battere fortissimo sull’asfalto, Il Ponte che si sgretola, immagine e dolore destinati a rimanere impressi nella memoria per sempre. Una tragedia che Genova oggi non ha potuto fare a meno di ricordare, con un interminabile e assordante silenzio: da levante a ponente, squarciate da una voragine impossibile da colmare, passando per il Signorini di Pegli.

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Centro sportivo del Genoa, dove a fermare il tempo per quei sessanta lunghissimi secondi è stato l’allenatore rossoblù Davide Ballardini: fischietto in mano, occhi fissi al polso, all’ora esatta del crollo il fischio ad interrompere la seduta dei suoi ragazzi, per ricordare in silenzio chi, in una delle più grandi tragedie della città e dell’intero paese, ha perso la vita. Dopo “i 43 minuti di silenzio, uno per ogni bambino, lavoratore, studente, papà o mamma che oggi non sono più con noi” del Ferraris rossoblù in occasione della sfida con l’Empoli, ecco un altro silenzio, quello del Pio di Pegli, ad un mese di distanza.

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Come nel giorno dei funerali di stato, unita nel dolore e nel silenzio anche l’altra metà di Genova, Mugnaini di Bogliasco. Quartiere generale della Sampdoria, trenta chilometri di distanza e un solo pensiero: ricordare chi non c’è più, interrompendo l’allenamento di rifinitura prima della partenza per Frosinone, un lunghissimo minuto di silenzio come quello del Ferraris blucerchiato in occasione dell’esordio in casa con il Napoli, annullata anche la solita conferenza di Marco Giampaolo, per lasciare spazio solo al ricordo e all’abbraccio ad una città intera. Tra le campane delle chiese pronte a suonare, le sirene delle navi in porto a rendere omaggio, i treni fermi in stazione, in un toccante momento di raccoglimento: per Genova e i suoi cittadini. Caduti ancora una volta, ma come sempre pronti a rialzarsi.

Marco Bovicelli

Nato a Genova il 26 novembre del 1979, mi laureo nell'Università della mia città in Scienze della Formazione. Inizio a raccontare di pallone nel 2012 nella trasmissione "Goal Sera", sull'emittente ligure Telenord (anche se leggende metropolitane mi vogliono, microfono in mano davanti alla tv, a fare telecronache già all'età di cinque anni). Ho collaborato in qualità di redattore con fantagazzetta.it e ilpubblicista.it (testata online e cartacea con la quale lavoro tuttora). Giornalista pubblicista dal 2014, metto parole ed emozioni su Gianlucadimarzio.com dal novembre del 2013, per il quale ho iniziato seguendo quotidianamente la Sampdoria oltre a Genoa, Savona ed Entella. Sempre in viaggio, nella mia borsa non possono mancare penna, tablet e un buon libro.

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