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Kurtic e la SPAL, alla ricerca della salvezza: “Qui vale più dell’Europa League con l’Atalanta: il pari con la Juve ci ha aiutato a crederci”

“Non ho praticamente chiuso gli occhi. Avevo giocato in modo pessimo facendo degli errori inspiegabili. Ero dispiaciuto per i miei compagni, non mi era riuscito nulla”. Jasmin Kurtic è fatto così: l’intenzione di non perdonarsi nulla, dopo ogni partita in cui non è riuscito a dare il 100%, e vedersi e rivedersi in campo, capendo i propri errori e tentando di migliorare sempre più. Perfezionismo che lo sloveno, arrivato a Ferrara a gennaio dall’Atalanta, cerca di mettere a disposizione della sua SPAL, impegnata nella volata salvezza in questo finale di campionato: “A gennaio – spiega il centrocampista a “La Gazzetta dello Sport” – ero consapevole che bisognasse combattere e che non sarebbe stato semplice, ma ora ci siamo. Le vittorie con Verona e Benevento sono state fondamentali, ma non possiamo guardare indietro. Adesso serve la testa giusta per fare i punti che mancano, ci meritiamo di restare in A. Qui mi sono trovato molto bene. Non ho avuto nessun problema di inserimento. Mi sento a casa fin dal primo giorno”.

E dire che da quest’inverno, con una situazione di classifica piuttosto complessa, le cose sono cambiate parecchio: “Abbiamo iniziato a lavorare molto bene in settimana. Il mister ci ha dato i consigli giusti, siamo sempre scesi in campo a testa alta. Però non possiamo ancora rallentare. Dopo il pari con la Juve eravamo consapevoli che qualcosa fosse cambiato. Ci siamo guardati dentro, abbiamo parlato tra di noi nello spogliatoio: quella partita ci aveva dato la dimostrazione che avremmo potuto giocarcela con tutti. Il segreto è l’unità del gruppo: tutti, anche quelli che giocano poco o mai, sono sempre stati partecipi e coinvolti nel tentativo di restare in A. Poi è chiaro che servono la tattica, il fisico e il temperamento: per salvarsi non può mancare nulla. Semplici mi chiede di dare il massimo. Prima di ogni partita il tecnico parla con ciascuno di noi e ci invita a giocare tranquilli e a mostrare le nostre qualità”.

Dall’Europa League con l’Atalanta alla lotta salvezza con la SPAL, per una scelta motivata così: “Per giocare di più: tutti noi pensiamo soprattutto a scendere in campo con continuità. Io sono soddisfatto di quello che ho fatto all’Atalanta. Avevo parlato con Gasperini, era felice se fossi rimasto, ma mi disse che non mi avrebbe trattenuto se avessi scelto una soluzione diversa. Gasp è un grande allenatore, posso solo ringraziarlo. Ho preferito la SPAL e credo che la salvezza qui sia addirittura più importante dell’Europa conquistata a Bergamo. Io allontanato dalla presenza di Ilicic? No (ride, ndr) siamo buoni amici ma anche diversi in campo. L’anno scorso giocai nel suo ruolo perché lui… non c’era. Ma io sono una mezzala”.

Tra il gol, ritrovato a Verona, e la voglia di festeggiare la salvezza già in un campo a lui ben noto: “Mi mancava segnare, eccome. Ma le occasioni dipendono anche dal tipo di partita: se siamo più difensivi e cerchiamo le ripartenze, per me è più complicato andare al tiro; se pressiamo più avanti, ho qualche chance in più. A Torino? Mi trovai benissimo. Ho uno splendido ricordo. Sono un ragazzo socievole, legai subito con quell’ambiente cercando di trasmettere la mia positività”.

Redazione

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