“A Parma ho trovato l’amore”. Parola di Kyle Krause. Un amore per la città, per la squadra e per i tifosi. Non contano i risultati, ma la voglia di regalare e regalarsi un sogno importante. Un progetto per portare il ‘Made in Parma’ nel mondo, o meglio ai fasti di un tempo. Un percorso lungo, a tratti difficile, soprattutto con la retrocessione ma per guardare avanti a volte è necessario fare anche un passo indietro. Ecco perché la promozione in Serie A sognata, sfiorata e raggiunta dopo una cavalcata importante è un’ulteriore conferma della voglia di continuare a puntare verso l’alto. Imprenditore visionario: dall’impero negli Stati Uniti a Parma, per amore verso le sue origini italiane e i colori gialloblù. Quattro anni di investimenti, qualche critica, idee, progetto e una passione mai sopita perché ora c’è una A da programmare.
Prima di arrivare a parlare della promozione, però, è necessario ripercorrere le varie tappe del percorso. A partire dalle critiche nelle prime stagioni. In ogni storia d’amore c’è un momento di crisi. Quel ‘rapporto litigherello’ da superare per ritrovare una passione ancor più forte. L’amore di Krause per Parma non è mai calato, anche dopo le critiche, anche un po’ ingenerose, piovute nell’anno della retrocessione. Le spese sul mercato per i tanti giovani, un mix di nazionalità e le difficoltà, normali, di ambientamento con una piazza vogliosa di restare in Serie A. Ma la forza di un progetto si vede soprattutto nella perseveranza delle proprie idee e nella capacità di volerlo portare avanti difendendolo a spada tratta, anche nelle avversità. Uno step di crescita necessario perché la squadra è cresciuta, soprattutto in questi due anni sotto la guida di Pecchia. Per questo, dopo tre stagioni, è arrivato il premio alla voglia di non mollare, anzi di continuare a investire e insistere per migliorare il Parma.
Da qui gli investimenti fatti in questi anni. Dal suo arrivo a Parma, infatti, Krause ha messo ben 357 milioni per tenere il bilancio in positivo, di cui 57 ancora da convertire in capitale e che andranno a bilancio nel 2024. Numeri importanti rapportati alla categoria di un club che, per costi, dovrebbe essere tra le squadre di massima serie e con un debito praticamente nullo (1,4 milioni). Un dato invidiabile per qualsiasi società in Italia, condiviso con la Fiorentina di Commisso. A questo poi vanno aggiunti i ricavi, aumentati rispetto all’annata precedente e senza considerare il paracadute della retrocessione (due mutualità da 12,5 milioni), oltre al dato su biglietti e abbonamenti raddoppiato (da 1,7 a 3,5 milioni di entrate dal botteghino. Ed è proprio da qui che il progetto di Krause vuole proseguire per regalare una nuova casa al Parma. Da tempo, infatti, è in piedi il progetto del nuovo stadio Tardini e in questi mesi potrebbe realizzarsi un altro sogno del presidente. Altro investimento importante e a spese proprie, è bene ricordarlo, perché questa è una garanzia del presente, ma anche per il futuro.
“La nostra politica sportiva è chiara: generare giocatori giovani e di qualità, indipendentemente dalla loro provenienza, e che possano garantire alla società un futuro sportivo ed economicamente sostenibile”. Queste le parole di Krause a La Gazzetta dello Sport di un anno fa. Da quando è arrivato il presidente americano ha sottlineato questo concetto sul progetto “pluriennale” della società e nelle sue idee tutto è perfettamente allineato nei tempi e nei modi. Giovane e sostenibile, questo è il più grosso vanto del Parma perché nell’organico a disposizione di Pecchia (per età media uno dei più bassi in B) sono tutti di proprietà e, soprattutto, di prospettiva.
Circati (2003), Camara (2002), Coulibaly (2001), Balogh (2002), Sohm (2001), Hainaut (2002) e senza dimenticare giocatori di qualità come Bonny (2003), Benedyczak (2000), Mihaila (2001) o Bernabé (2001), a fine aprile ha firmato il rinnovo di contratto fino al 2027 per lanciare un segnale importante per il futuro. Insomma il Parma ha una buona base da cui partire in vista della prossima stagione in Serie A assieme all’esperienza degli altri giocatori (Chichizola, Delprato, Osorio, Cyprien, Hernani, Estevez, Man) che hanno permesso di creare il giusto mix in questi anni. La Serie A è stata riconquistata e ora c’è tutto il tempo per poter programmare la prossima stagione e dare continuità al progetto.
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