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Kondogbia, parla il fratello-agente: “Vuole restare al Valencia, mai più all’Inter”

Lui ha già deciso, senza troppi giri di parole. “Geoffrey vuole restare al Valencia, non vestirebbe più la maglia dell’Inter. E dopo ci torneremo, per spiegare meglio i motivi di un matrimonio pagato tanto e consumato male. Si gioca in casa Kondogbia, la voce arriva in un italiano quasi perfetto, nessun rischio di malintesi. Evans non è solo il fratello più grande, ma l’agente del numero 16 che in Spagna ha convinto tutti: 26 presenze tra Liga e coppe, 4 gol e il sorriso ritrovato. “Lì è felice, sta bene, si trova ancora meglio. Ha trovato una bella casa, la famiglia è contenta, ecco perché mi ha espressamente detto di accontentarlo. Niente più Inter, priorità al Valencia”. Il cartellino però è ancora nerazzurro, il prestito prevede un’opzione di riscatto a 25 milioni. I segnali quali sono? “Ho parlato recentemente con il club – rivela Evans Kondogbia a www.gianlucadimarzio.com – e sia l’allenatore che il presidente mi hanno ribadito la loro volontà di esercitare questo diritto. Poi, credo io, dipenderà anche dalle intenzioni che l’Inter ha e avrà nei confronti di Cancelo. Di sicuro, aspetteremo il Valencia più possibile perché questa è la richiesta di mio fratello. Io comunque devo fare il mio lavoro, farmi trovare pronto per ogni eventualità, e infatti sono già stato contattato da tre società: una spagnola, una di Premier, l’altra italiana”.

L’Inter comunque no, su questo tema la rigidità è totale e merita un capitolo a parte. Senza ironia quando Evans dice che “l’Inter è una squadra troppo forte per lui, ci sono giocatori più bravi”. Ho capito, le solite frecciatine a chi non ha creduto in lui: “No! Sono e siamo sinceri, giuro. Non abbiamo nulla contro l’Inter, mai abbiamo fatto dichiarazioni o polemiche contro tifosi, giornalisti, società o allenatore. La verità, confessata in Spagna anche da Geoff ma riportata male in Italia, è che lui non è evidentemente all’altezza, al livello per giocare in una squadra così. E’ come una donna, ti rendi conto che non è fatta per te. Se non l’ha dimostrato in due anni, ci sarà un motivo? Se al Siviglia, al Valencia e al Monaco ha fatto bene e all’Inter ha fatto male vorrà dire che lui ha bisogno di una squadra che lo capisce, dove non sente eccessivamente la pressione negativa: la sintesi reale è che l’Inter ha sbagliato a prendere Geoffrey Kondogbia e lui ha sbagliato ad andare”. Sarebbe andata meglio al Milan? “Lui voleva l’Inter, lo disse anche a Galliani che aveva rilanciato all’ultimo offrendogli di più. Ma oggi, pensandoci meglio, forse al Milan sanno gestire meglio le situazioni esterne. Il problema infatti secondo me è ambientale, tutti sanno tutto di quel che succede internamente. Mentre mio fratello ha bisogno di tranquillità per far bene. Nelle sue stagioni nerazzurre, non si faceva altro che parlare di quanto era costato, del suo cartellino, i 40 milioni e bla bla bla. Mi sembra che, per essere stato un bidone, 25 milioni di valutazione da parte del Valencia pochi non sono. Vorrà dire che ho fatto un buon lavoro come agente, no? Alla fine devo ringraziare Ausilio e Sabatini per come si sono comportati, per aver facilitato il buon esito della trattativa”.

E Spalletti? “Nessun problema con lui, è stato chiaro dall’inizio. Ha detto a Geoff che avrebbe voluto restasse, ma non sarebbe stato titolare. Nella sua testa venivano prima Borja Valero e Vecino. E di partire o restare sempre in panchina, senza essere considerati protagonisti, non ce la sentivamo proprio”. Capito, argomento chiuso. Ma com’è fare il procuratore? “Non mi piace!”. Era meglio giocare, forse. “Non ero forte come mio fratello, al massimo sarei stato un buon giocatore di B. Ma ho avuto troppi infortuni, così ho deciso di smettere. Adesso curo gli affari della famiglia, sono il più grande, lo devo a mio papà e Geoff. Ma ti assicuro che non gestirei un altro calciatore che non conosco davvero bene, preferisco dedicarmi ai giovani. A fare una sorta di talent scout. Nel calcio sì, ma anche nella moda e nella musica”. Su il volume, chi dobbiamo ascoltare? “Con la mia società (LN7 Management, www.ln7management.com), gestiamo due cantautori francesi, scriviti i nomi: Lydie e Mike Douglas. E un modello che si chiama Moven e ha già posato per Vogue in Francia e Inghilterra”. Merci.

Gianluca Di Marzio

Ci ho messo più di trent'anni per tornare dove sono nato. Non conoscevo le strade, non sapevo a memoria le vie, ricordavo solo il nome della clinica -Villa Stabia- dove mia madre mi aveva dato alla luce. Più di trent'anni sì, non proprio un figlio modello per la mia città, Castellammare di Stabia, una trentina di chilometri da Napoli. Lì sono nato il 28 marzo del 1974, sono Ariete per gli amanti dei segni zodiacali, non chiedetemi l'ora e comunque non sono un fanatico degli ascendenti.

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