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ll viaggio di Klose da nuovo allenatore dell’Altach. Tra montagne, passioni e valori da trasmettere

Il Klose allenatore nasce da una chiacchierata, due pugni sul tavolo e un’idea precisa in testa. “Voglio un manager. Uno che sappia trasmettere alla squadra valori umani e di leadership”. Chi meglio di Miro. Così la scelta del presidente Werner Gunz, numero uno dello Sportclub Altach, squadra della prima divisione austriaca. “È alla prima esperienza da allenatore? Chi se ne frega”. Identikit perfetto e pres convinto al 100%. D’altronde, come dargli torto.  

 

 

 

Miroslav Klose, quindi, tra nove giorni potrà fare il suo esordio da primo allenatore con l’Altach in coppa d’Austria sul campo del TWL Elektra. Sarà la prima volta da solo, ma l’iter per arrivarci è stato lungo e fatto di tappe necessarie. Step by step. Prima è stato assistente di Low in Nazionale, poi di Flick al Bayern e quindi allenatore in proprio dell’under 17 dei bavaresi. Da oggi camminerà sulle gambe. “Ho seguito lo stesso percorso fatto da calciatore. Ho studiato molto, senza bruciare le tappe”. E ora non vede l’ora di iniziare. Miro è pronto. 

 

 

 

Klose inizierà la sua esperienza ad Altach, un piccolo scrigno di 6 mila abitanti al confine con la Svizzera. Molto più vicino a Zurigo che a Vienna e Salisburgo. Quando entri ad Altach resti a bocca aperta, tra le montagne che ti dominano e guardano tutti dall’alto in basso. Anche un gigante come Miro. Che di montagne in carriera ne ha scalate tante, arrampicandosi spesso e risolvendola sempre a suon di gol. In panchina la musica sarà la stessa. 

 

 

Prima di smettere aveva criticato più volte i comportamenti dei ragazzi giovani all’interno del mondo del calcio. “Quando giocavo io giovani venivano educati dai più esperti. Io stesso ho portato i palloni ai campioni della prima squadra. Così come i coni e gli strumenti per gli allenamenti. Se oggi lo chiedi a un ragazzino di quello ti risponde “anche due mani anche tu”. Altri tempi. La sua missione sarà quella di cambiare questo, trasmettendo valori ai suoi ragazzi ancor prima di schemi e movimenti. Proprio quello che chiedeva il presidente Gunz. Non poteva trovare un profilo migliore di Klose da questo punto di vista. Uno che ha fatto il falegname, tagliato la legna in piedi per giorni. Spirito di sacrificio come parola d’ordine, nella vita come in campo. Questo cercherà di insegnare ai suoi ragazzi. La missione di Miro è iniziata.  

 

Miro a lezione da Pioli. Tra consigli, segreti e un cerchio che si chiude

 

Poi una curiosità. Prima di completare il percorso da allenatore Klose doveva svolgere un praticantato all’estero. Ha scelto l’Italia, senza dubbi. Poteva chiederlo alla Lazio, club dove ha finito la carriera e a cui è rimasto molto legato, invece ha scelto l’uomo: Stefano Pioli. Insieme alla fine e all’inizio. Ha smesso con lui come allenatore e ha scelto di ripartire con lui. Si è chiuso un cerchio. “Stefano è un allenatore super. Sa gestire il gruppo come pochi, fa migliorare i giocatori e ha una capacità di farli esprimere al meglio che è unica”.  Miro c’è stato a Febbraio, quando il Milan era primo in classifica e in piena lotta scudetto. Ha portato bene. Magari prima di iniziare ripasserà le lezioni apprese a Milanello, magari pescando tra i fiumi di Altach (altra sua grande passione). Con la speranza che possa portare bene anche lui. Miro è pronto a partire, il viaggio può iniziare tra montagne, ruscelli e tanta passione. Quella non gli mancherà mai. 

Lorenzo Cascini

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