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Klopp e la maledizione della settima stagione

Tranquilli. Nessun rito voodoo, bambole con spilli o magia nera. La maledizione di Jürgen Klopp è legata strettamente al campo, più precisamente alla panchina. Dopo una carriera da calciatore senza particolari successi, il tedesco è diventato tra i migliori allenatori al mondo nell’ultimo decennio ma nei tre club per cui ha lavorato  c’è una “spaventosa” coincidenza, o meglio la “maledizione della settimana stagione”, che lo riguarda da vicino. 

Jurgen Klopp e la maledizione della settima stagione

 

Mainz, Borussia Dortmund e infine Liverpool ma sempre un particolare inquietante che arriva preciso e puntuale alla settima stagione. Ma andiamo con ordine.

Nel 2001 Klopp era passato da giocatore al ruolo di allenatore nel Mainz, squadra che non era mai stata in Bundesliga. Gli sono bastati tre anni per ottenere una storica promozione nella massima divisione tedesca ma dopo aver raggiunto anche l’Europa, alla settima stagione alla guida del club è arrivata un’inaspettata retrocessione. In gergo si direbbe dalle stelle alle stalle.

Ma non finisce qui. Ingaggiato dal Borussia Dortmund dopo un anno in 2. Bundesliga in cui non era riuscito a risalire, ci mette appena due anni per entrare nella leggenda del BVB: due campionati tedeschi vinti, una Coppa di Germania e due Supercoppe con l’unico rimpianto della finale di Champions League con i rivali di sempre del Bayern Monaco. I gialloneri era diventati una super potenza europea ma alla settima e ultima stagione di Klopp ecco un altro patatrac: per un lungo periodo la squadra rimane incredibilmete in zona retrocessione per poi chiudere con un opacco settimo posto. 

 

Dopo appena cinque mesi dal suo addio al Dortmund, nel 2015 il Liverpool decide di puntare su di lui a seguito dell’esonero di Brendan Rodgers: dopo quasi otto anni sulla panchina dei Reds Klopp ha creato un vero e proprio impero. Premier League vinta nel 2020 dopo trent’anni di astinenza, FA Cup, Coppa di Lega e Champions League aggiunte alla bacheca del club. Senza dimenticare che di finale europee ne ha giocate ben quattro se si conta anche l’Europa League. Se non fosse stato per il Manchester City di Guardiola probabilemente l’allenatore tedesco avrebbe anche qualche Premier in più: sia nel 2019 che 2022 i Citizens hanno finito al primo posto con appena un punto in più, in entrambi i casi sopra i 90 totali. 

Ecco perchè anche nella stagione in corso, la settima per Jurgen Klopp, ci si aspettava un Liverpool tra i contendenti al titolo. Invece, dopo l’ultima sconfitta con il Brentford i Reds sonon fermi al sesto posto, a -15 dalla capolista Arsenal, con la qualificazione alla Champions che sembra essere l’obiettivo più abbordabile.

L’anno giusto per sfatare la maledizione?

Una maledizione vera e propria che, però, potrebbe essere sfatata da una promessa fatta dallo stesso Klopp dopo la sconfitta nell’ultima finale di Champions League contro il Real Madrid: “La prossima finale sarà ad Istanbul e abbiamo già prenotato l’hotel“. Staremo a vedere: chi vivrà, vedrà.

Andrea Molinari

Nato a Verona nel 1998, il mio primo ricordo vivido legato al calcio è Shevchenko che sbaglia un rigore contro il Bayern Monaco. Grazie a lui (e anche a Kakà) da piccolo mi sono innamorato del pallone. Ma lui non lo sa. Sì, perchè ho giocato anche, purtroppo senza risultati. Nato attaccante, sono finito a fare il terzino: di solito succede a quelli con i piedi quadrati. Oggi provo a dimostrare questo amore scrivendo.

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