A 41 anni ha eliminato il Real Madrid dalla Copa del Rey, a 44 è tra i protagonisti della Kings League, il nuovo campionato ideato da Piqué. José Juan Figueiras ha preso sul serio il detto che i 40 sono i nuovi 20. “Mi conosce più gente ora con la Kings League che dopo quella vittoria contro il Real“, ci ha raccontato il portiere. Il torneo nasce come un nuovo modo per far avvicinare i giovani al calcio. Partendo da questo presupposto, per l’anagrafe José c’entrerebbe poco. Eppure è uno dei più amati e seguiti del campionato. “Sono i giovani quelli che più mi conoscono. Il Real è comunque seguito da tanta gente, ma la Kings League ha un’attrazione impressionante e spero che possa durare ancora tanti anni“.
Poche frasi per farci subito capire che la lega non è uno scherzo, o “un circo ” come l’ha definita il presidente de La Liga Tebas. “Piqué ha ideato un progetto impressionante, alla gente piace e deve proseguire in questa strada”. Tante le star che hanno accettato di giocare nella Kings League, ma uno su tutti ha lasciato a bocca aperta José. “Il Kun mi ha impressionato, è ancora incredibile. Si diceva che sarebbe dovuto venire anche Messi e sarebbe stato spettacolare, ma aveva appena vinto un Mondiale, quindi, non poteva (ride)”.
Grande seguito, ma nessuna presunzione di cambiare il calcio. “Non è una cosa così ambiziosa, è più d’intrattenimento per i giovani. Queste nuove regole mi piacciono molto: dalle carte al calcio d’inizio come la pallanuoto”.
Se la Kings League gli ha dato fama e divertimento, la vittoria contro il Real Madrid ha dato a José un momento indimenticabile. 2-1 e il portiere assoluto MVP della partita con miracoli su miracoli. “Non avevo parole. È stato un momento di grandissimo orgoglio. Per giunta era dopo il Covid quindi è stato ancora più spettacolare. Nei giorni dopo quella partita ancora non realizzavamo quello che avevamo fatto, avevamo eliminato tutti quei campioni“.
Che erano anche andati a complimentarsi con loro. “Courtois era venuto a congratularsi con me, è stato un momento di grande orgoglio. Sinceramente non so se altri sono venuti da me perché ad Alcoyano in quel momento c’era il mondo intero perciò non me ne sono accorto”. José ci saluta, con la felicità di un bambino ci dice che il giorno dopo deve giocare alla Cupra Arena.
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