Tifoso del Barcellona fin da piccolo, è toccato proprio a lui alzare la coppa della Kings League al Camp Nou. “Incredibile. Non mi sarei mai immaginato di vivere un momento del genere. Andavo spesso a vedere le partite del Barça sugli spalti“. Se non fosse che quella finale la giocava, anche questa volta Jordi Ros sarebbe andato sugli spalti. Ora però, per il centrocampista, l’esperienza con El Barrio è finita per un nuovo inizio ai Jijantes. “Non avevo altre opzioni. Sapevamo che tanti sarebbero partiti e io ho avuto la fortuna di poter scegliere la squadra. Se non avrei giocato il segundo split con El Barrio allora avrei giocato solo con loro“.
Tornando per un attimo alle emozioni di quel giorno al Camp Nou. “Quando siamo entrati per la prima volta per le semifinali avevo la pelle d’oca. Tutti che cantavano e ci sostenevano. Quando giochi non ci pensi, ma ritorna tutto quando stai due secondi in panchina, come mi è successo nel 2v2”. 4 gol in due minuti davanti a 90mila persone, sfiderei chiunque a mantenere la calma. “È stato un orgoglio per me vincere al Camp Nou, uno dei migliori stadi del mondo. Il sogno di tanti ragazzi che ho avuto la fortuna di poterlo realizzare”.
Lui che il Barcellona lo aveva anche già affrontato quando era uno dei migliori giocatori del vivaio dell’Osasuna insieme all’ex Torino Berenguer. “Era una squadra assurda, c’erano anche Adama Traorè e Munir“. Non saranno gli stessi colori, ma quelli della maglia dei Jijantes si avvicina molto a quelli del “suo” Barça. “Abbiamo una responsabilità importante”. Jordi Ros e compagni dovranno riscattare l’ultimo posto della scorsa stagione. “Ma quest’anno vogliamo giocare tutte le partite fino alla finale”.
Il centrocampista è stato tra i tanti a cambiare squadra durante il mercato che ha rivoluzionato tutte le squadre. “Ci sono stati molti movimenti, ma per noi giocatori era importante tenere alcuni veterani nelle squadre, almeno per qualche stagione. Anche per i tifosi se qualcuno rimane più tempo in una squadra è più facile identificarsi. Comunque credo che andranno a cambiare il sistema, la Kings League è in continua evoluzione“.
Ed è uno dei punti di forza di questo torneo. Oltre “all’attrazione verso i giovani che non devono stare troppo tempo davanti la tv vedendo sempre la stessa cosa. Tanto spettacolo e show. Succede qualcosa ogni minuto, e c’è grande livello tecnico. Anche per noi “sconosciuti” è fantastico perché giochiamo con tanti giocatori che fino a poco fa vedevamo solo in tv”. E c’è sempre spazio per i miglioramenti. “Sarebbe bello avere più gente che viene a vederci anche durante la regular season. Alla Cupra Arena c’è poco spazio per i tifosi”.
Il vero lavoro di Jordi Ros è sempre stato quello del personal trainer. “Mi occupavo di personal training anche prima della Kings League. Ora ho deciso di aprire anche una piattaforma sui social dedicata al mio lavoro sfruttando la visibilità che mi ha dato il torneo“. Cogliere al volo le possibilità, come Jordi Ros ha già fatto con Jijantes. Ora non resta che tornare nella casa blaugrana anche nella prossima stagione.
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