Il telefono squilla, Kerkez risponde: “Papà, non mi sono mai arreso”

Dal documentario “Bournemouth, don’t call it Cinderella anymore”: la nostra intervista al calciatore ungherese
Un’esultanza e una chiamata hanno cambiato per sempre la vita di Milos Kerkez: “La telefonata dell’AZ mi ha svoltato la carriera: giocare in Eredivisie mi ha perso di essere quello che sono oggi: lì ho fatto il salto di qualità. È stata la decisione migliore”.
L’avevamo imparato a conoscere all’Olimpico in un Lazio-AZ: “L’esultanza della cornetta? Quando giocavo al Milan Theo aveva fatto la stessa cosa dopo il gol contro i biancocelesti. Ho voluto replicarla”.
Oggi, il calciatore ungherese è tra i più forti d’Europa: “Qui a Bournemouth i tifosi mi hanno sempre dimostrato il loro affetto: gli sono molto grato”, ha raccontato a gianlucadimarzio.com.
Kerkez si concentra solo sul calcio, e nel tempo libero gioca con il suo cane: “Ho un rottweiler, passo molto tempo con lui”. L’obiettivo è continuare a migliorarsi, grazie all’insegnamento di suo padre che ancora oggi porta con sé. Ma andiamo con ordine.
Kerkez: “Una grande annata”
Il presente dice Bournemouth: “Penso che sia stata un’annata molto buona: siamo migliorati e abbiamo seguito la visione dell’allenatore. I nostri miglioramenti sono stati evidenti: giochiamo meglio e vinciamo più partite”.
Tra gol, assist e allenamenti c’è anche spazio per diventare un ottimo compagno di squadra e un amico di cui potersi fidare. “Io e Kluivert abbiamo un rapporto speciale: soprattutto in campo. È un ragazzo eccezionale: parliamo sempre tra di noi. E spesso ci troviamo anche in città per un caffè”.
Il cuore di Milos diviso in 3 e un legame speciale
Di “chiamate” Milos Kerkez ne ha ricevute tante. I primi passi in Italia, il legame costante con l’Ungheria e infine il presente che si chiama Inghilterra. Tre paesi profondamente diversi tra loro ma in ognuno di questi Kerkez ha lasciato un pezzetto di cuore: “Per l’Inghilterra sceglierei l’aggettivo ‘pazzesco‘. Tutte le persone, i tifosi qui amano il calcio. Per l’Ungheria direi la parola “amore“, ne ricevo molto da parte di tutti quando gioco con la maglia della Nazionale. Per l’Italia userei il termine di “calma“, ho bei ricordi di quell’esperienza”.
Ecco, l’Italia. Tra il calciatore ungherese e la Serie A c’è ancora un legame. Si tratta di Tijjani Reijnders, compagno di Milos ai tempi dell’AZ Alkmaar e con cui ha giocato insieme 56 partite: “Tijjani è ancora un mio grande amico, un giocatore incredibile. Mi manca perché ci capiamo molto bene. Sto seguendo alcune partite e sono davvero felice per lui”.
A lezione da papà, Kerkez: “La persona più importante della mia vita”
Non solo schemi e tattica. C’è una lezione che Kerkez porta sempre con sé: “Mi hanno sempre detto di credere in quello che faccio, senza mai arrendersi”.
Per ogni sfida, poi, c’è sempre qualcuno in grado di trovare la parola giusta per lui: “La persona più importante nella mia vita è mio padre. Mi spinge sempre a dare il meglio di me: anche se faccio una grande partita ha sempre da ridire. Questo è quello che mi piace, perché ricevere solo complimenti non mi sprona”. Il telefono squilla, Kerkez risponde.
A cura di Alessandro Neve e Lorenzo Bloise