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Esperienza e leadership, la Sampdoria rinasce nel segno di Kasami

Il suo nome, Pajtim, in albanese significa ‘pace’. E riportare equilibrio è proprio quello sta facendo Kasami, uomo del momento in casa Sampdoria. Tre vittorie di fila per i blucerchiati e playoff agganciati. Sono già cinque, dopo l’ultima di Bari, le reti in campionato per il 31enne. Quando il centrocampista fa gol la Samp non perde mai. Ma nel suo caso i numeri non raccontano tutto.

 

 C’è l’esperienza e la leadership negli spogliatoi. Tutto racchiuso in quello sguardo cinico e sicuro, che ti strappa i dubbi dalla faccia. E i giovani della Samp per crescere guardano a Kasami.

Uomo spogliatoio

Quando si tratta di parlare alla squadra è il primo a prendere la parola. Sono fatti così gli uomini spogliatoio come Kasami. Convincenti e immediati. Quando ti dice una cosa il centrocampista svizzero quella è. E bisogna fidarsi. Pirlo gli ha assegnato il ruolo di ‘guida’ per i più giovani. O forse lui se lo è preso da solo. Ma i baby talenti blucerchiati, da Giuseppe Leoni a Gerard Yepes, avevano bisogno di una figura così all’interno dello spogliatoio. E adesso ne giovano tutti. Il peso delle responsabilità sulle spalle, Pajitim non sembra sentirlo.

 

Gol e numeri

E adesso lo svizzero inizia ad essere un fattore per la corsa playoff. Partiamo dai numeri: semplici e oggettivi. Sono 5 gol in campionato, gli stessi di Sebastiano Esposito e Fabio Borini. E solo uno in meno rispetto al capocannoniere della squadra, Manuel De Luca. Ma i gol di Kasami hanno portato a 13 punti su 15. Tradotto? Se il classe 1992 segna la Samp vince (quasi) sempre. Su cinque volte non è successo solo nel pari contro il Brescia (arrivato al 94′). 

 

Futuro da scrivere

Il centrocampista in poco tempo è diventato un punto di riferimento per il suo ‘nuovo’ gruppo. Già, perché Kasami è arrivato a Genova solo a settembre. E in prova da svincolato, poi tesserato con un contratto fino a giugno 2024. Ma adesso, dopo la trasferta di Bari, è scattatato il rinnovo automatico per un altro anno. Pirlo ci conta oggi, più che mai. Ma anche per il futuro ha trovato il suo leader.

 

Lorenzo Avagliano

Classe 2000, appena in tempo per far parte della generazione Z. E menomale! Sono cresciuto tra la grazia di un dritto di Federer e di un sinistro al bacio di Messi. Ma non è solo bellezza: grazie a loro due ho conosciuto i valori dello Sport. Poi tutti i mondi che crea. Il mio preferito? Quello del racconto. Da piccolo intervistavo mio papà. Ed ero triste quando non rispondeva alla domanda: “Ma chi è più forte tra Totti e Del Piero?”

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