Twitter: sì. Facebook: sì. Instagram: pure. Ma il telefono, quello, è spento sul comodino. La chiamata dell’Ingolstadt arriva, ma Elias Kachunga non risponde. Michael Henke, secondo allenatore, prova – invano – anche con un SMS vecchio stile: niente. L’attaccante ex Paderborn non risponde e la convocazione è sfumata. Pensava di essere fuori rosa, ma l’infezione intestinale che ha colpito all’ultimo istante il partner d’attacco Lukas Hinterseer proprio non l’aveva prevista. E aufwiedersehen Stoccarda.
“Avrebbe potuto giocare titolare”, ha poi dichiarato il suo allenatore, quel Ralph Hasenhüttl che sta lanciando la squadra neo-promossa in Bundesliga a un piazzamento più che decoroso. Ingolstadt-Stoccarda, sabato non è stata cosa per Kachunga, a causa un misero errore di pigrizia. Niente multa, però: “La punizione se l’è auto-inflitta, credo dispiaccia anche a lui non giocare. Imparerà dal suo errore”. La risposta al cellulare solo alle 11 di mattina, quando la squadra era già pronta per il match delle 15.30. Convocato, al suo posto, Aloy Ihenacho, classe 1995 della squadra B del club bavarese. Nell’era della comunicazione rapida e massiva, un telefono spento può ancora fare la differenza.
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