Juventus Women, Chiara Beccari (imago)
Gli esordi, la scalata nei settori giovanili della Juventus, il primo contratto da professionista, San Marino e il papà: la storia di Chiara Beccari.
Un destino già quasi segnato, poi il cambio di rotta e la scelta di cuore. In molti si aspettavano che Chiara Beccari scegliesse il baseball, seguendo le orme di papà Mauro, bandiera storica per San Marino, e invece il calcio e in particolare la Juventus hanno dominato.
Nella dura lotta tra testa e sogni, questi ultimi hanno vinto. Ma c’è una grande differenza tra avere grandi ambizioni e metterle in pratica e Chiara lo sa bene: è passata da ammirare il suo idolo, Cristiana Girelli, dalla tv e dal bordocampo di Vinovo facendo la raccattapalle con le squadre giovanili fino a giocare proprio con lei.
Un percorso che le lega non solo in bianconero ma anche in Nazionale. E tra lo stupore e la voglia di stupire il numero 9 bianconero si è ritagliato un posto in spogliatoio da trascinatrice, come nella scorsa partita di campionato con il Como.
Brave le avversarie a portare a casa il risultato ma la prestazione di Chiara non è stata da meno. Diversi inserimenti e occasioni per la classe 2004. Mancava solo il gol ma si è messo in mezzo il palo nel secondo tempo. Ma facciamo un passo indietro.
“Chiara Beccari è il futuro della Juventus“, aveva annunciato Stefano Braghin un paio di anni fa in un’intervista. Il Women’s Football Director bianconero ha scommesso su di lei fin dal primo minuto. Chiara arriva a 14 anni a Vinovo esordendo nell’Under 17, bastano però poche partite (con la fascia da capitano) per capire che c’era il potenziale per farla arrivare direttamente nella formazione Primavera.
Inizia così la sua scalata verso la prima squadra e in due anni arrivano i primi esordi. Prima in Serie A femminile contro il Pomigliano e poi in Womens’ Champions League in Albania contro il Vlaznia. Solo due piccole parentesi nel frattempo: i prestiti a Como Women e Sassuolo. Il cuore però rimane a Torino, proprio dove firma il suo contratto da professionista, una delle prime in bianconero insieme a Elisa Pfattner ed Eva Schatzer a passare dai settori giovanili bianconeri fino al professionismo.
Ma torniamo alle origini. Chiara, negli anni, è diventata esempio da seguire, come ricordano tutte le ragazze della San Marino Academy che passano davanti alla sua gigantografia tutte le volte che giocano.
Proprio lì dove tutto è iniziato a 8 anni, ha lasciato un segno indelebile diventatando un simbolo così come papà Mauro. La classe 2004 ha però ancora tanti sogni da realizzare e la “storia di un grande amore” con la Juventus è destinata a continuare.
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