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“L’avevamo capito dal primo giorno”: lo Scudetto della Juventus Women raccontato dalle protagoniste

Juventus Women, Alisha Lehmann e Sofia Cantore (Imago) interna
Juventus Women, Alisha Lehmann e Sofia Cantore (Imago)

Dagli inizi nel calcio alla Juventus Women, passando per infortuni e rapporto con i social: le parole di Sofia Cantore e Alisha Lehmann

Quella che vi stiamo per raccontare è una storia che ha come protagoniste due ragazze ben diverse tra loro, accomunate da una passione, dall’amore per il campo e la lotta per gli stessi valori. Due calciatrici che hanno avuto da subito un ruolo da condividere, o meglio, da contendersi. Competizione? Tutt’altro, solo l’inizio di una grande amicizia. Quella di Alisha Lehmann e Sofia Cantore, protagoniste nella vittoria del sesto Scudetto della Juventus Women. “Oggi siamo come due sorelle. Non riusciamo a parlarci normalmente, scherziamo sempre” confessa la svizzera parlando della compagna ai nostri microfoni.

L’amica quindi risponde: “Noi non parliamo mai normalmente. Tornando seri però, nonostante avessimo la stessa posizione in campo, ha sempre speso delle belle parole per me. Questo aspetto non va dato per scontato, è bello avere delle compagne di squadra che ti sostengono anche se giocano meno. Questa secondo me è la sintesi del nostro rapporto: massimo rispetto e poi insieme ci divertiamo“.

Un legame che si è creato in pochi mesi visto l’arrivo in estate del numero 7 bianconero. Una magia che si è propagata in tutto il gruppo e che ha portato a raggiungere l’obiettivo finale: la vittoria dello Scudetto. Alla base di tutto c’è il DNA Juventus, qualcosa che si impara dal primo giorno in squadra. Certe emozioni le devi sentire, è difficile spiegarle a parole. “Credo che la Juve ci trasmetta anche questo continua Cantore – . Ogni anno c’è uno spogliatoio nuovo: le ragazze arrivate questa stagione si sono integrate tutte benissimo. Una di noi (Cappelletti, ndr) dopo che abbiamo vinto lo Scudetto mi ha detto: ‘Me lo sentivo dal primo giorno’. Quando avverti questa cosa qui ti viene voglia di spingere ancora di più“.

Raggiunto l’obiettivo scudetto, è tempo di festeggiare con i tifosi. La grande festa sarà infatti all’Allianz Stadium contro l’Inter sabato 10 maggio per l’ultima partita di campionato. Ma ora facciamo un passo indietro. Riavvolgiamo il nastro. Come è iniziato tutto?

 

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Dove tutto è iniziato

Per capirlo, lo abbiamo chiesto alle dirette interessate. “Ho iniziato a giocare al campo dell’oratorio” – ci confessa la numero 9 bianconera – . “Lì c’era solo il divertimento. Però se devo essere sincera penso che alla fine sia importante portare sempre quella sorta di allegria che a volte ci dimentichiamo per le pressioni che ci sono. La realtà è che quando giochi divertendoti poi esprimi al massimo il tuo talento“. E poi le varie esperienze tra i professionisti e le stagioni in prestito: “Da Verona fino a Sassuolo ho fatto un percorso di crescita, quindi sono contenta. Inizialmente ero un po’ spaventata però poi è andato tutto bene. In quei momenti ho sentito la vicinanza della Juventus, mi hanno sempre detto che sarei tornata“.

Diverso invece il percorso iniziale di Alisha Lehmann, che ha dovuto lasciare casa molto presto: “Ho iniziato a giocare in Svizzera con i miei cugini. Poi ho dovuto lasciare il mio Paese perché non c’erano le opportunità che volevo. E ricordo che la gente mi diceva: ‘Sei troppo giovane. È troppo presto’. E io rispondevo: ‘Non mi interessa’. Voglio il meglio per me stessa. Sono sempre stata così, libera di volare come una farfalla“. E poi tutte le esperienze europee: “Per me, ogni posto in cui vai è diverso. In Svizzera sono molto severi. Bisogna essere sempre perfetti e fare tutto alla grande per essere i migliori. In Inghilterra, per esempio, le persone sono molto aperte. E poi sono venuta in Italia e ho incontrato le mie ragazze. Sono tutte fantastiche. Ci vogliamo tanto bene. Abbiamo personalità diverse ma siamo una cosa sola: questa è stata la nostra vera forza“.

Juventus Women, Alisha Lehmann (Imago) interna
Juventus Women, Alisha Lehmann (Imago)

Una maglia speciale

Esperienza, sorrisi, ma anche sogni. Quelli che si portano con sé fin da bambini, come la tanto sperata chiamata della Nazionale, che fa fermare tutto ciò che ti circonda. “Quando cresci, il sogno è giocare per il tuo Paese, per la Nazionale. Dimostri a tutti che ti sei allenata duramente per giocare lì e che hai fatto tutto il possibile per rendere orgoglioso il tuo Paese“, spiega Lehmann.

E poi continua Cantore: “Quando indossiamo la maglia della Nazionale rappresentiamo un po’ tutto il movimento, anche chi non ha la maglia si sente rappresentato da noi. Ci rendiamo conto che più passano gli anni e più il movimento cresce in base a quello che facciamo. Questa maglia ha una certa visibilità e ci sono tornei come Mondiali ed Europei in cui più vai avanti e meglio è“.

Gli alti e bassi di Lehmann e Cantore nella Juventus Women 

Ma torniamo all’attualità. Dai campi da calcio ci spostiamo in un altro mondo: quello dei social. Una rivoluzione di cui anche Alisha Lehmann è protagonista. La classe ’99 è infatti la giocatrice più seguita sui social, con più di 16 milioni di followers all’attivo solo su Instagram. Numeri che possono aiutare il movimento del calcio femminile a espandersi sempre più e valori condivisi anche dallo Juventus Creator Lab, il laboratorio bianconero in cui nascono tutti i contenuti che alimentano i canali ufficiali del club che spesso hanno come protagoniste anche le bianconere. “Penso che sia la cosa migliore che possiamo utilizzare. È  assurdo pensare male dei social nel 2025 perché ne abbiamo bisogno. Fanno parte del calcio. Molti pensano che siano una cosa negativa, ma per me sono una realtà fantastica. Non mi concentro mai sui commenti negativi perché amo la mia vita, le persone che mi circondano e non ho bisogno di soffermarmi su queste cose brutte. Quindi quando leggo tutto ciò penso semplicemente che ognuno ha la sua opinione e va bene così“, commenta Lehmann.

Non tutto però va sempre per il verso giusto. Dai momenti positivi si passa poi a momenti di riflessione dettati dagli infortuni. Succede anche questo in carriera come spiega Sofia Cantore che nel 2018 ha subito un grave infortunio: “Secondo me la parte più difficile è stata quando sono rientrata in campo dopo qualche mese e non mi sentivo al livello di prima. A livello mentale è frustrante tornare in campo e avere la sensazione di non sapere più fare certe cose. In realtà è solo il tempo che ti aiuta a ritornare al tuo livello. Quello che posso dire è di avere pazienza perché io non l’ho mai avuta e l’ho vissuta magari in maniera brutta“. Ogni cosa ha quindi il suo tempo, deve seguire il suo percorso senza fretta. L’obiettivo reale? Non smettere mai di sognare.

A cura di Cleris Ferrera e Simone Pagliuca