Categories: Interviste e Storie

Un calcio che non sa più aspettare

All’improvviso Dusan Vlahovic non è più l’attaccante da venti gol a stagione che avevamo apprezzato con la maglia della Fiorentina. Il calciatore serbo “non è più quello di prima”. Un’etichetta figlia dell’ultima stagione alla Juventus, non proprio ai livelli a cui ci aveva abituati. C’è quasi la sensazione (esagerata) che un giocatore di 23 anni sia irrecuperabile, ma siamo davvero sicuri che non si tratti “semplicemente” di un calcio che non sa più aspettare?  – Leggi anche “Trent Alexander-Arnold è l’esempio di un calcio che va troppo veloce?”

Il confronto Vlahovic-Del Piero nei primi anni alla Juventus

 

 

Va ricordato, infatti, che Vlahovic è stato alle prese con una fastidiosa pubalgia per tutta la stagione. Un problema che l’ha tenuto fuori per quasi due mesi. Eppure, di gol ne sono arrivati ben 14: 10 in campionato, 3 in Europa League e 1 in Champions. E non dimentichiamoci che i bianconeri hanno vissuto la stagione più difficile dopo Calciopoli tra sentenze, cambi in dirigenza e penalizzazioni

 

In psicologia si chiamano bias cognitivi, costrutti mentali derivanti da percezioni errate: Vlahovic non ha segnato i soliti venti gol, quindi ha segnato poco. Invece, anche con gli infortuni, ha portato a casa una discreta annata dal punto di vista realizzativo. Ma non basta. Fino a poche ore fa era in ballo una trattativa (poi bloccata) con il Chelsea per lo scambio con Lukaku. Stesso ruolo ma sette anni più grande di Dusan, che lo scorso anno ha spento 23 candeline. Insomma, una punta giovane che ha già fatto vedere tutte le sue potenzialità in Italia. E allora perché sembra di parlare di un altro giocatore?

Facciamo un tuffo nel passato. Alessandro Del Piero arriva alla Juventus nel 1993, ha 19 anni ed è un ragazzo di prospettiva. Sapete quanto segna alla seconda stagione con i bianconeri? 11 gol, due in meno rispetto a Vlahovic. Ma non è tanto il confronto numerico che vogliamo analizzare, quanto il modo di affrontare la prima vera annata difficile per Pinturicchio. Dopo aver vinto campionato, Coppa Italia, Champions League e Coppa Intercontinentale, Alex si rompe crociato anteriore e posteriore nel novembre del 1998. Anche quell’anno, per pura coincidenza, la Juventus terminerà al settimo posto in classifica, come nel 2022/23 dopo i punti tolti. 

 

Del Piero torna a giocare solo dalla stagione successiva, riuscendo a segnare 12 reti, di cui 8 da calcio rigore. Torniamo ai bias: “Del Piero non tornerà più quello di una volta, riesce a far gol solo su calcio d rigore”. La Juventus l’ha aspettato e sappiamo tutti come è proseguita la sua carriera e cosa è diventato per il club e la Nazionale. Forse la vita era più lenta. E il calcio sapeva aspettare.

Andrea Molinari

Nato a Verona nel 1998, il mio primo ricordo vivido legato al calcio è Shevchenko che sbaglia un rigore contro il Bayern Monaco. Grazie a lui (e anche a Kakà) da piccolo mi sono innamorato del pallone. Ma lui non lo sa. Sì, perchè ho giocato anche, purtroppo senza risultati. Nato attaccante, sono finito a fare il terzino: di solito succede a quelli con i piedi quadrati. Oggi provo a dimostrare questo amore scrivendo.

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