La Juventus ha già tratto i benefici per il suo ritorno, con una punizione poi risultata decisiva contro lo Sporting. Adesso i bianconeri sono pronti a godersi il metronomo del loro centrocampo anche in campionato: Pjanic is back, più carico che mai, come ha dichiarato ai microfoni di Sky Sport 24: “Durante la sosta ho lavorato bene con i dottori, i preparatori e i fisioterapisti. Sono molto contento di essere tornato: dopo i 90 minuti contro lo Sporting ero un po’ stanco alla fine, ma è normale e mi serviranno ancora uno o due gare per ritrovare il ritmo al 100%. Sto già bene però e miglioro di giorno in giorno”. Intanto ha già lasciato il segno in Champions: “Mercoledì abbiamo ottenuto tre punti importantissimi contro una buona squadra, difficile da affrontare,. Siamo andati subito sotto ed è
stato importante reggere mentalmente e continuare a fare il nostro
gioco. È stata una partita complicata, ma abbiamo dato tutto, volevamo la vittoria e gli sforzi sono stati ripagati.
Non abbiamo ancora fatto nulla però e ora dovremo andare a Lisbona per
vincere. La squadra ha dimostrato di esserci e sono convinto che lo
dimostrerà anche nelle prossime partite».
Dalla Champions al campionato, Pjanic rilancia: “Siamo
dispiaciuti per i risultati delle ultime due partite, abbiamo anche
avuto un po’ di sfortuna, ma fa parte del calcio e dobbiamo accettarlo.
Sappiamo bene che c’è da migliorare, individualmente e collettivamente, e
da dare qualcosa in più per essere più convinti e cattivi. Lavoreremo il doppio per riprendere chi è davanti e gli avversari si troveranno di fronte una Juve che non mollerà niente.
La sfida tra Napoli e Inter? Pensiamo solo a noi stessi. Ci
saranno gli scontri diretti e in quelle partite dovremo prendere punti
pesanti, ma ora pensiamo alla gara contro l’Udinese, che contro di noi
darà il 100%”. Infine, Pjanic svela anche un segreto sulle punizioni: “Spesso ci sfidiamo in allenamento con Dybala. Spesso vinco io, ma anche lui calcia molto bene… Ognuno calcia dal suo lato, ma
potremmo anche invertirci. Ognuno calcia a modo suo, perché è una questione di sensazioni e le mie dai sedici, fino ai ventiquattro, venticinque metri, sono buone”.
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