Oltre alle grandi prestazioni che continua a offrire quando viene chiamato in causa, Mattia Perin si conferma sempre più leader all’interno dello spogliatoio della Juventus. Intervistato ai microfoni di Sky Sport, il portiere ha parlato del nuovo corso iniziato dai bianconeri in questa stagione, dell’alternanza con Di Gregorio e del gruppo allenato da Thiago Motta.
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Perin ha iniziato parlando dell’inizio di stagione della Juventus: “C’è una bella bagarre, usando un termine da motomondiale. Vedendo come lavoriamo e la qualità umana che c’è all’interno dello spogliatoio potevo aspettarmi di giocarcela con chiunque. Chiaramente è un periodo in cui dobbiamo metabolizzare un cambiamento, ma sono periodi che se affrontati nella maniera giusta ti fanno uscire ancora più forte come collettivo. Noi siamo pronti a lavorare a pensare partita dopo partita e, chi lo sa, magari anche ad avere un periodo no. Lavoreremo su quel periodo no e quando ne usciremo saremo ancora più forti. Potevamo fare meglio in alcune partite sin qui, ma lo sport è questo“.
Poi un commento sulla lotta scudetto, che vede 6 squadre in 2 punti: “La Fiorentina? Me l’aspettavo così in alto, perché hanno un allenatore che ha fatto molto bene a Monza e dei singoli di qualità. Palladino sta facendo un ottimo lavoro. Questa lotta al vertice può essere uno spot per il calcio italiano, spero che continui. Locatelli? Siamo molto amici, ci diamo una mano a vicenda dentro lo spogliatoio. La convocazione la meritava già prima, sta giocando a ottimo livello e ci sta dando una mano in entrambe le fasi. Le cose non accadono mai per caso e lui se la meritava davvero“.
Il portiere ha proseguito parlando del suo ruolo all’interno dello spogliatoio: “Non mi piace autodefinirmi leader, ma sono uno dei più grandi e ho avuto la possibilità di imparare da persone che hanno una struttura emotiva che ora che ci penso mi mette i brividi. Ho cercato di essere una spugna e imparare il più possibile soprattutto a livello umano, ora spero di essere un riferimento per i più giovani. Credo che nella vita ci sia un momento in cui devi imparare il più possibile, poi arriva un momento in cui devi ridare indietro, probabilmente adesso sono in questa fase della mia vita e della mia carriera“.
Poi sull’alternanza con Di Gregorio: “Si dice che nel calcio si giochi tanto, ed è anche vero. Ma se riesci ad avere una rosa così competitiva da permetterti di intercambiare i giocatori senza abbassare la qualità della squadra si andrà verso un calcio in cui non ci sono più giocatori che giocano 50 partite e altri che ne giocano 10, ma giocatori che ne giocano 35 e altri 25. Così sarà più facile assorbire le fatiche di tutti i calciatori. È ovvio che queste rose vanno create, ci vuole tempo, e bisogna aiutare i ragazzi a integrarsi nei grandi club. Ma credo che sia una prospettiva, che il mister sta cercando di creare, che potrebbe creare uno spirito molto sano all’interno del gruppo“.
Infine, due parole anche sul futuro: “Non sto pensando al futuro, cerco di vivere il presente, perché è il momento in cui possiamo essere la migliore versione di noi stessi e se lo sei puoi fare il bene tuo e delle persone che ti stanno intorno. Ho tante passioni e credo che quando smetterò mi dedicherò a una di queste. Ma adesso amo ancora il calcio, amo competere, amo lo spogliatoio e la sfida che affronto tutti i giorni andando al campo per migliorarmi“.
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