Dell'atmosfera prima della partita, si è già raccontato. Quello che è capitato dopo, nei 90', è stato calcio. Calcio legato, frenato, condizionato. Prima. Poi si sblocca e dà anche spettacolo. La cornice è sempre strana, stridente: lo rimarchiamo, perché non si può non fare. E perché nel primo tempo di Juventus-Inter, questa sembra comunque condizionare. I giocatori entrano in campo, in automatico salutano uno stadio completamente vuoto. Solo dietro alle panchine c'è qualcuno: tutti i dirigenti della Juve (da Agnelli a Nedved fino a Paratici, più altri e qualche membro dello staff) dietro a quella di Sarri; meno persone dietro a Conte.
Si comincia: "Passa! Attento! Bravo!". Le voci si sentono piuttosto distinte. Succede ben poco. In 45' si vede qualche azione dell'Inter (ci prova De Vrij, più in ombra Lukaku e Lautaro) e un tiro di Ronaldo. Troppo poco. "Sembra quasi di assistere a un allenamento", è il commento più gettonato all'intervallo. Ma non è colpa dei giocatori, storditi da tutto quel silenzio.
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Antitesi a parte, si deve ripartire. E fa sempre più freddo. Ma forse qualcosa negli spogliatoi è successo. Almeno in quello di Sarri. La Juve è più corta, corre di più, cresce: con un'azione corale riesce a fare centro. Matuidi quasi dalla riga di fondo regala l'assist per la rete di Ramsey, rigenerato nel ruolo di mezzala. L'ex Arsenal esulta rabbiosamente, e con lui tutti i presenti sugli spalti. Siamo al 54'. Passano altri 13', ed è Dybala a segnare la seconda. È entrato dalla panchina, regala una perla di calcio vero: un colpo da flipper che lo porta davanti ad Handanovic. E a batterlo. C'è poi tempo per un tiro di Eriksen (ma che errore di De Sciglio), ma poco altro: la reazione dell'Inter tarda (e Conte lo riconosce), la Juventus si chiude bene e amministra.
Intanto sugli spalti la dirigenza della Juventus si fa sentire, Agnelli in testa. Appalusi, grida di incoraggiamento. "Resistiamo, stiamo attenti!" gridano. Tanto, tantissimo. E al fischio finale esultano più di un tifoso "normale", segno di quanto fosse sentita la gara. Finisce 2-0, la Juve torna in testa a +1 sulla Lazio e +9 sull'Inter (con una gara da recuperare). E ora? La domanda che si pongono tutti è questa. Malagò è della linea di Spadafora e Tommasi: sospendere il campionato e riprenderlo quando l'epidemia sarà più contenuta. Di sicuro c'è un dato: partite così avrebbero meritato un grande pubblico. Lo spettacolo sarebbe stato comunque diverso.
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