La maglia sul volto a coprire le lacrime, dentro le quali sono racchiuse mille ragioni. La partita di Paulo Dybala contro la Sampdoria è durata appena 22 minuti, al suo posto Dejan Kulusevski. Pochissimo tempo durante il quale ha comunque fatto tantissimo.
Dal gol al decimo ai due assist uno per Chiesa e l’altro per Morata, ma in entrambi i casi i compagni non hanno sfruttato la palla al bacio dell’argentino.
Lui intanto sembra essere tornato quello di sempre. L’ultima volta che aveva iniziato il campionato segnando era la stagione prima dell’arrivo di Ronaldo. Poi da quando il portoghese è stato in bianconero Dybala ha faticato a essere decisivo. Ora è di nuovo lui il trascinatore della Juventus. Due gol e due assist nelle prima cinque partite di campionato.
Dopo la rete di Udine e quella di Malmo, quella allo Stadium. Nel suo Stadium e da una zona di campo che conosce bene. Dal centrodestra del limite dell’area ne ha segnati tanti di gol, molti spettacolari.
Ecco il perché delle lacrime. Allegri gli ha dato fiducia e continuità, lui vuole riprendersi quanto ha perso negli ultimi anni. Riprendersi quella centralità che serve a ogni campione per esaltarsi.
Ma non solo. Sono lacrime anche per il problema in sé. Una problema muscolare alla regione posteriore della coscia sinistra, la cui entità verrà valutata negli esami che l’argentino svolgerà domani. Anche perché la Juve ha poco tempo: mercoledì c’è il Chelsea e poi il derby contro il Torino.
Nelle lacrime di Dybala c’è tutto questo. La paura di doversi fermare e di perdere tempo durante il quale potrebbe diventare protagonista. L’applauso del pubblico è l’unica medicina che può alleviare il dolore.
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