Leonardo Bonucci fissa gli obiettivi. Il primo, imprescindibile, è il passaggio del turno nei gironi di Champions, il secondo recuperare tutti gli infortunati dell’infermeria bianconera. Infine il terzo, far crescere i giovani: ma questo è un problema di tutto il calcio italiano.
“Sono obbiettivo, non stiamo giocando un grande calcio, ma siamo a novembre e c’è tempo per migliorare” – si legge nelle pagine de La Gazzetta dello Sport – “Ora conta soltanto fare punti, poi a gennaio e febbraio potremo allenarci con continuità e provare qualcosa di più. Con Dybala e Pjaca, si alzerà il livello in allenamento e anche in partita. Sono gli altri a doversi preoccupare…”.
Champions? La Juventus deve pensare al primo posto: “Non dobbiamo neanche pensare all’idea che non si passi il girone di Champions, quello è il nostro obbiettivo. Abbiamo visto il Siviglia, mette in difficoltà tutti nel campionato spagnolo, ma noi arriveremo là con la giusta consapevolezza. Sinceramente, guardando gli altri gironi, quest’anno è veramente relativo arrivare primi o secondi. Poi bisogna essere fortunati nel sorteggio. Ma noi dobbiamo essere convinti di arrivare in testa”.
In chiusura d’intervista Bonucci parla del suo “erede” Rugani: “In Italia si vedono le cose in maniera sbagliata. In tutto il mondo giocano i giovani, gli si dà la possibilità di crescere, da noi è tutto più complicato: i ragazzi fanno più fatica a esprimersi con continuità e, quindi, a sopportare le pressioni. Siamo tutti molto fissati sulla vittoria: se non si vince, una squadra non è considerata tale e si fa fatica a creare qualcosa di importante. A volte, non si capisce che si sta iniziando un progetto e ci possono essere incidenti di percorso. Germania? Nello spogliatoio eravamo d’accordo: queste partite ti fanno capire come gestirsi a livello internazionale”.
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