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Juventus, Allegri: “Pjaca deve crescere, in Champions possiamo giocare alla pari con tutti”

Una prova solida, della sua Juventus, macchiata soltanto dal gol subito nel finale. Ma i bianconeri si lasciano alle spalle con sicurezza l’impegno col Palermo, e può cominciare a pensare al Porto. Massimiliano Allegri ha analizzato la vittoria ai microfoni di Sky Sport.

Senza Cuadrado e Mandzukic nello schieramento iniziale, l’allenatore ha cambiato spesso modulo nel primo tempo. “C’erano giocatori con caratteristiche diverse, direi che comunque abbiamo fatto una buona partita. Abbiamo concesso soltanto una situazione pericolosa su cui potevamo subire gol” ha detto Allegri.

Osservato speciale Marko Pjaca, di cui si è tanto parlato alla vigilia di questa sfida: “Ha giocato bene, specialmente nel primo tempo, ha lavorato per la squadra. E’ giovane e deve crescere, viene da un campionato dove c’è poca intensità e lì soltanto le sue qualità bastano; in Italia è diverso, ci vuole anche la fisicità, ma sarà solo un periodo di adattamento”.

Non è partito dal primo minuto Miralem Pjanic. Allegri ha spiegato così l’esclusione: “Stasera l’ho tenuto fuori per un fastidio alla gamba che non l’ha fatto allenare bene e Marchisio doveva recuperare un po’ di condizione, fisica e anche mentale. E’ stata una bella serata per lui. Pjanic ci dà qualità come tutti gli altri centrocampisti: alla fine ho solo due posti, qualcuno deve rimanere fuori. Bisogna continuare su questo sistema e ci sono margini di miglioramento, la palla più correre ancora più velocemente”.

Il Porto ha ottenuto, come la Juve, un successo largo in campionato. Lo schieramento offensivo dei portoghesi può comportare accorgimenti tattici? “No, difficilmente cambieremo modulo, a meno che non succeda qualcosa di imprevisto. Il Porto è una bella squadra, lascia possesso agli avversari, ma hanno giocatori veloci. In generale hanno esperienza in campo europeo. Nella testa non bisogna pensare di non essere più forti, bisogna avere consapevolezza di poter giocare alla pari con gli altri. Già agli ottavi il livello si alza, ma noi ci sentiamo all’altezza e dobbiamo cercare di aumentare man mano l’asticella dell’autostima”.

Redazione

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