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Ovazioni per Miretti e Paredes, certezza Vlahovic, lacrime Szczesny e il primo Milik: il racconto di Juve-Spezia 2-0

È iniziata al suon di “Siam venuti fin qua per vedere segnare Dusan”. È finita sulle note di “Siamo venuti sin qui per vedere segnare Milik”. Nel mezzo, c’è Juventus-Spezia. Il 2-0 dello Stadium è quello delle ovazioni per chi è già una certezza come Vlahovic, per chi si candida a diventarlo come Miretti e per chi torna in campo dopo due turni di stop per infortunio come Di Maria.

 

 

Tra il 9′ del primo tempo e il 47′ del secondo tempo, estremi temporali che uniscono le marcature che decidono la partita, ci sono la prova di orgoglio dello Spezia di Gotti, l’andamento lento della Juventus nel secondo tempo (tanto da portare Allegri a prendersi un’ammonizione per richiamare De Sciglio entrando sul terreno di gioco al 90′) e i rumori degli oltre 35mila sugli spalti. Che prendono per mano Danilo e compagni e festeggiano il ritorno alla vittoria dopo i due pareggi contro Sampdoria e Roma.

Miretti, 19 anni e le chiavi del centrocampo

L’ovazione che non ti aspetti è quella che arriva su un “non fatto”. Già, perché al minuto 84 si alza la lavagnetta luminosa del quarto uomo Valeri: la Juventus cambia e il numero che si legge è il 20. Quello di Fabio Miretti. Titolare per la seconda volta di fila nel 4-3-3 di Allegri e in luce per capacità di farsi trovare tra le linee e fare spesso la scelta giusta. Il tutto a soli 19 anni. Tutti in piedi allo Stadium ma la sostituzione con McKennie non ci sarà. Già, perché Bremer va fuori a titolo precauzionale (dentro Alex Sandro) e in campo ci resta Miretti. Che al 92′ ha la lucidità per beffare con una finta Nikolaou, andare in fuga a destra e crossare per Milik.

 

 

773 giorni dopo, riecco Milik

E il centravanti polacco, che in settimana presentandosi aveva rivelato di essere già stato vicino alla Juve in passato (“Tante volte il mio nome è circolato attorno alla Juventus e 2-3 anni fa poteva concretizzarsi, ma alla fine non se ne fece nulla”) ha risposto presente. Subentrato da una manciata di minuti a Vlahovic, ha controllato, difeso dall’attacco di Kiwior e si è girato in pochi centimetri. Sinistro preciso dal dischetto e Dragowski battuto. 2-0 che fa del 28enne polacco il 350º marcatore differente nella storia della Juventus in Serie A. A come Arek. Di nuovo in gol nel campionato italiano, come non accadeva da 773 giorni: Napoli-Udinese 2-1 del 19 luglio 2020. 

Vlahovic come Pjanic, Pirlo e Del Piero: due punizioni-gol di fila

Copia-incolla. Sovrapponete le due punizioni spedite sotto l’incrocio da Dusan Vlahovic sabato scorso contro la Roma e nella serata dello Stadium contro lo Spezia. Individuare le differenze, al di là dell’avversario e del minuto (contro i giallorossi il centravanti colpì al secondo minuto), non sarà esercizio semplice. Altro sinistro a giro dai 25 metri, altro gol. E sono quattro in campionato sui sei realizzati complessivamente dalla Juve.

 

 

A impreziosire la perla di Vlahovic ci pensano i dati Opta: il numero 9 è il quarto giocatore bianconero in grado di segnare su punizione diretta in due presenze consecutive di Serie A dal 2004/05. Prima di lui Pjanic, Pirlo e Del Piero. Una delle ovazioni di serata è per lui.

Paredes e Di Maria, allo Stadium si parla argentino

Tra l’intervallo e l’inizio del secondo tempo, però, a Torino è sembrato quasi di intravedere la bandiera argentina sugli spalti. L’arrivo di Leandro Paredes in tribuna è stato salutato con un boato dal pubblico, che attende quel regista puro oggi assente nella rosa di Massimiliano Allegri. E l’ex PSG arrivato in prestito gratuito con un diritto di riscatto (pronto a diventare obbligo in base al realizzarsi di determinati fattori), al ritorno in Serie A  dopo le 71 presenze con le maglie di Roma ed Empoli ha risposto esibendo la maglia bianconera.

 

 

Quella nera l’ha invece indossata Angel Di Maria, tornato in campo dopo due turni di assenza: all’inizio del secondo tempo Allegri, vedendo una Juve contratta, l’ha cambiata chiamando fuori Cuadrado e Kean e affidandosi al Fideo e Kostic. Test per il 22 in vista di tre giorni che vedranno la Juve ospite prima della Fiorentina e poi del suo passato, il PSG

Paura Szczesny

L’unico momento di silenzio nella notte dello Stadium si è registrato al 43′ del primo tempo. Calcio d’angolo per lo Spezia, Wojciech Szczesny in uscita perde il pallone e ricadendo appoggia male la caviglia destra. Mani sul volto, richiesta con gesti plateali dell’intervento dei medici e uscita dal campo in barella e in lacrime. Dentro Perin.

 

 

L’attesa è ora per gli esami strumentali dei prossimi giorni, che stabiliranno quante gare il portiere polacco – già assente nei primi due turni di campionato per una lesione all’adduttore della coscia sinistra rimediato in amichevole contro l’Atletico Madrid l’8 agosto – sarà costretto a saltare.

Luca Guerra

Nato un anno prima della caduta del Muro di Berlino, mi piace rompere gli schemi dell'informazione. Laureato in Scienze della Comunicazione, giornalista pubblicista, scrivo quando e in ogni modo possibile: il sedile di un treno o il banco di un fast-food sono ottime scrivanie alternative. Il giornalismo la passione di una vita, il calcio come stella polare di questa passione.

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