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Juve-Roma, parla Ranieri: “Di Francesco ha fatto ricredere tutti, ma servono più gol. Allegri, ora la squadra è con te. Nazionale? Tutti vorrebbero allenarla”

Quando si parla di Juventus e Roma non può non venire in mente Claudio Ranieri. Due stagioni sulla panchina dei bianconeri, altrettante su quella giallorossa. Dal 2007 al 2011, quattro anni intensi, che lo hanno visto lottare sia in Champions che in campionato. Dopo il miracolo Leicester, però, oggi si trova in Francia, alla guida del Nantes. Del match dello Stadium di stasera, dunque, sarà solo spettatore: “E non vedo l’ora di gustarmela – confessa al Corriere dello Sport – sarà una partita molto bella. La squadra di Allegri sembra aver ritrovato le motivazioni giuste e i giocatori importanti stanno mettendo le proprie qualità al servizio dei compagni. Di Francesco sta facendo un ottimo lavoro, la sua Roma si muove all’unisono. Pochissimi gol segnati, ma anche quelli fatti. Sedici in meno della Juve… per vincere lo Scudetto serve altro”. Già, difesa e attacco, i punti più forti delle due squadre: “Nella Juve tutti possono fare gol e adesso anche in difesa hanno iniziato ad incassare poco o nulla. La Roma invece è compatta, nessuno ad inizio anno ci avrebbe scommesso un euro. Ora devono ricredersi tutti”. Un big match, quello di stasera, di un campionato bellissimo: “Ci sono diverse squadre in pochissimi punti. La Lazio ha una partita in meno, può risalire. Mi è dispiaciuto un po’ per la Sampdoria, perché gioca un calcio molto bello ma nelle ultime cinque gare ha perso terreno. E l’Atalanta è sempre il solito spettacolo, anche se quest’anno l’Europa gli ha fatto perdere punti in Serie A”. E in attesa di Dybala e Nainggolan: “Sono i due giocatori più importanti, due superman”, Ranieri non può sottrarsi ad una domanda sulla Nazionale: Io credo che tutti gli allenatori vorrebbero allenare la Nazionale italiana. Per il legame con il proprio paese, perché la Nazionale italiana è piena di storia, è nel cuore degli italiani. Io a Nantes sto bene, anzi benissimo. Dovesse arrivare una richiesta certo che andrei dal presidente a chiedergli di lasciarmi libero. Però io credo che ora la cosa più importante sia rifare la federazione, con energie e progetti nuovi. Tutto parte da lì. Dopo, solo dopo, viene l’allenatore. Questo è il calcio, oggi. Progetto e talento, mai separati».

L’intervista integrale sull’edizione odierna de Il Corriere dello Sport

Redazione

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