La sauna, gli “occhiali da derby” e l’amore per il padre: chi è Jusef Erabi, l’attaccante svedese nel mirino del Verona

La routine della sauna, il padre Wahid e gli occhiali nel derby contro il Djurgårdens: alla scoperta di Jusef Erabi, attaccante dell’Hammarby nel mirino del Verona
Dietro l’interesse da parte del Verona per Jusef Erabi dell’Hammarby non ci sono solo i gol e i valori sul campo. L’attaccante svedese porta infatti sempre con sé un grande bagaglio di umanità oltre che una buona dose di determinazione.
Classe 2003, prodotto delle giovanili del suo attuale Hammarby di cui ha scalato l’intera trafila nelle giovanili. “Dimostrami che puoi giocare in prima squadra”, gli ripetevano. A 18 anni i primi allenamenti coi grandi durante la settimana. Il sabato, le partite con la seconda squadra. Poi il grande salto: “cercherò ogni volta di dimostrare che posso fare il passo successivo”.
Adesso la possibilità di arrivare in Italia, con il Verona che ha messo gli occhi sul giovane talento svedese per portarlo in gialloblù e lo stesso ds Sean Sogliano che si è recato in Svezia per trattare direttamente con l’Hammarby (LEGGI QUI LE ULTIME SULLA TRATTATIVA). “Un po’ negativo essere così forti”. Determinazione, dicevamo. È così Jusef. Lungimirante, ma consapevole dei propri limiti e confini fatti per essere superati.
Non ama il suo fisico e lo critica spesso. Ha la routine dei bagni in sauna e indossa… degli “occhiali da derby”.
La sauna, gli occhiali: nel mondo di Erabi
Pochi segreti nella giovane vita calcistica di Jusef: tra questi, i bagni in sauna. Una routine a cui l’attaccante non può proprio rinunciare. Solo un brutto infortunio al piede nel 2023 che lo ha costretto a saltare buona parte della stagione sportiva lo ha anche portato a dover rinunciare alla sua quotidianità. “Non ho fatto la sauna per più di 2 settimane. Psicologicamente è stata dura”, riferiva l’attaccante con le stampelle e gli occhi lucidi. Ma gli occhiali?
Era il 13 aprile del 2025, in campo il derby svedese tra Hammarby e Djurgårdens. Partita chiusa 2-0 per la squadra di Erabi, con un gol messo a segno proprio dal talento svedese. Come ha festeggiato? Con “gli occhiali da derby”. Un’esultanza pazza sotto la curva dei tifosi biancoverdi della sua squadra con dei perfetti occhiali stile disco. “Le mie emozioni erano evidenti – dichiarò nell’immediato post gara –, non era tanto cosa si doveva pensare: bisognava solo correre, e urlare. Questo è il potere degli occhiali da derby”.
Papà
Non solo i valori sul campo, avevamo detto poco fa. Non solo, dunque, il tiro sopraffino o l’ottimo lavoro con e senza palla tra i piedi a rendere Erabi un forte attaccante. Di origini afghane, suo padre Wahid – ex giocatore della nazionale dell’Afghanistan – arrivò in Svezia senza nulla. “Senza radici, senza certezze”, racconta Jusef.
Måndag klockan 18.00 kör vi live på youtube och mixlr tillsammans med Jusef och Wahid Erabi. Panelen består av Janis och Johnny.
Vad får vi inte missa att ta upp?#Bajen pic.twitter.com/wPudr9NY46
— Bajenpodden (@Bajenpodden) July 8, 2023
Dietro il successo calcistico di un figlio, una montagna di desideri inespressi di un padre. “È scappato dai razzi, dalle bombe. Gli sono grato”. Un viaggio umano che ha posto le basi per la nascita del talento di un talento. Un sorriso che si cela dietro una storia di resilienza e speranza. “Penso ogni giorno al sacrificio dei miei genitori”.
Per una strada da tracciare, forse già delineata. Per Erabi, adesso, la possibilità di continuare a segnare all’ombra dell’Arena.