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Da tifoso a protagonista, dalle scuse al trionfo: il miracolo di Joselu

Il destino, a volte, sa essere davvero spiritoso. Joselu a Madrid è arrivato in estate in mezzo a tantissimi dubbi. L’attuale numero 9 Blancos non doveva sostituire uno qualsiasi, ma nientemeno che Karim Benzema. A rimpiazzare coi gol il francese, poi, ci ha pensato Bellingham con un’annata incredibile.

Per Joselu tutto sembrava portare a una stagione da comparsa. Nella serata della semifinale però il centravanti spagnolo ha impresso una svolta, segnando una doppietta in 3 minuti che ha consegnato la finale di Champions League ai Blancos

Doppietta in tre minuti come con la Spagna

Quello di decidere una gara nel finale con una doppietta per Joselu sta quasi diventando un vizio. Nella semifinale di ritorno, infatti, subentrato all’81′, ha ribaltato il vantaggio del Bayern Monaco con due gol tra l’88’ e il 91‘. All’esordio con la Spagna, invece, ci aveva messo solamente due minuti, tra l’83’ e l’85’, a segnare una doppietta (contro la Norvegia). 

El corazòn me explota“, il cuore mi esplode, dirà poi a fine match. Lo spagnolo è passato da seconda linea a uomo dell’ennesima finale di Champions League della storia del Real Madrid. Da vero numero 9, come quello che doveva sostituire da inizio stagione, si è fatto trovare al posto giusto al momento giusto, in attesa dell’ultimo atto.

La gara contro il Bayern è stata l’ennesima rivincita nella carriera di Joselu. La maglia del Real Madrid, di cui è anche tifoso, infatti, l’aveva già indossata nel 2009, uscito dalla cantera. Nonostante due gol in due partite, però, i Blancos decisero di non puntare su di lui. A distanza di 15 anni è proprio il giocatore “scartato” a portarli in finale di Champions League, la diciottesima nella storia. 

Da tifoso a protagonista

Joselu è arrivato in estate tra lo scetticismo di chi vedeva in lui più il cognato di Carvajal che un rinforzo per la stagione. Nel corso dell’annata, in alcuni casi, è arrivato addirittura a scusarsi per gli errori sotto porta coi tifosi, forse immedesimandosi in loro. 

Nel 2022, Joselu visse da tifoso a Parigi l’ultima finale giocata (e vinta) dal Real. Ora ne giocherà una, contro ogni pronostico, da protagonista. Da oggi non dovrà mai più chiedere scusa a nessuno.

Giuseppe Vignola

Classe 2001, ho sempre pensato che la gioia che può dare il calcio è imparagonabile a tutto il resto. Questa mia tesi, che può sembrare assurda, è stata avvalorata da un premio Nobel, Albert Camus, che disse: “Non c’è luogo in cui un uomo sia più felice che in uno stadio di calcio”. La felicità in uno stadio come tifoso l’ho provata, come calciatore non succederà mai, spero che quella da giornalista sia il mio futuro.

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Giuseppe Vignola

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