È stato uno dei migliori giocatori dell’Europeo, il faro della Nazionale italiana. A 29 anni Jorginho ha vissuto una stagione da campione, trionfando sia in Champions League con il Chelsea, sia a Euro2020 con gli Azzurri.
Adesso si parla di lui come di un possibile candidato per il Pallone d’Oro e il centrocampista dell’Italia, prima di imbarcarsi a Fiumicino per le meritate vacanze, ha parlato di questo e molto altro in un’intervista rilasciata a una tv brasiliana.
“Viviamo per i sogni – riflette Jorginho sul tema Pallone d’Oro –, ma sarò abbastanza onesto: dipende dai criteri che portano ad assegnarlo. Se parliamo di talento, sono consapevole di non essere il migliore al mondo. Se invece si sceglie in base ai titoli, nessuno ha vinto più di me in questa stagione”.
Se Jorginho – nato a Imbituba, nello Stato di Santa Catarina, in Brasile – è diventato il regista della Nazionale italiana è grazie a un trisavolo paterno e alla fortuna.
Jorginho è cresciuto nelle giovanili del Verona e ha giocato con la Nazionale Under-21 italiana, disputando delle amichevoli con quella maggiore prima dell’inatteso interesse da parte del Brasile. “A novembre 2017 arrivò la convocazione per lo spareggio Mondiale con la Svezia – rivela il centrocampista del Chelsea –, ma in quel periodo mi aveva cercato anche il Brasile. Era il mio sogno d’infanzia giocare con loro. Ma sentivo che l’Italia aveva bisogno di aiuto, si giocava una partita fondamentale. E quando ho avuto bisogno di aiuto, l’Italia mi ha aiutato, mi ha abbracciato e mi ha aperto le porte. Non mi sentivo a mio agio a voltarle le spalle. Quindi ho fatto quella scelta e sinceramente ne sono molto contento”.
A Jorginho non sono state affidate solo le chiavi del centrocampo dell’Italia, ma anche le pesanti responsabilità di calciare gli ultimi rigori contro Spagna e Inghilterra.
Se in semifinale la sua freddezza aveva ipnotizzato Unai Simon, in finale non era bastata per battere Pickford e regalare, col suo penalty, la vittoria agli Azzurri. Il regista della Nazionale, però, ci scherza sopra: “Era tutto sistemato. Sapevo che Donnarumma l’avrebbe parato”.
Poi, con toni più seri ammette: “Io do sempre tutto quello che ho per la squadra, ma purtroppo a volte non basta. Ho finito per sbagliare il rigore, e in quel momento mi è caduto il mondo addosso, perché volevo regalare la vittoria all’Italia. Per fortuna abbiamo questo fenomeno in porta che mi ha salvato”.
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