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Joe Gelhardt, la nuova scommessa di Bielsa: fra i problemi di peso e la telefonata al Wigan

Per un attaccante, il tempismo è fondamentale. Segnare all’83′ contro i campioni d’Europa del Chelsea a Stamford Bridge, sotto lo spicchio dedicato ai tuoi tifosi, inserendosi al posto giusto al momento giusto, non è da tutti. Se poi lo fai, come Joe Gelhardt del Leeds, per la prima volta fra i grandi, a 19 anni, al primo pallone toccato del match, beh, non puoi che toccare il cielo con un dito. 

Peccato per il suo Leeds, che ha perso 3-2 una partita incredibile, con 3 rigori, che il Chelsea ha portato a casa al 94′ con la “paradinha” di Jorginho (che ha definitivamente dimenticato gli svizzeri). Ma Joe ha comunque infranto un record: nessun giocatore così giovane – lui è del 4 maggio 2002 – segnava in Premier col Leeds dal 2004: all’epoca era stato James Milner, futuro capitano del Liverpool. Un gol di grande furbizia: inserimento da vero attaccante in area, movimento a liberarsi nientemeno che di Thiago Silva, spizzata di destro sotto le gambe di Mendy.

L’arrivo dal Wigan e il rigore al Fulham

Il Leeds ha acquistato Gelhardt nell’estate del 2020 dal Wigan. All’epoca Joe era appena maggiorenne e venne inserito nella squadre U23. Aveva problemi di peso, dovette dimagrire 8 chili. “Quando sono arrivato qui non conoscevo le regole di alimentazione che un professionista deve seguire“, ha dichiarato allo Yorkshire Evening Post. In U23 ha segnato 17 reti in 22 partite. Ma il “salto” alla prima squadra c’era già stato, prima di ieri: Joe aveva debuttato in Carabao Cup, segnando anche il sesto rigore di una serie che aveva consentito alle Whites di eliminare il Fulham a Craven Cottage e di passare il turno. Insomma, la personalità non gli manca. 

Nelle mani del Loco

Come non manca a chi lo ha fatto esordire. Marcelo Bielsa ha sempre avuto un occhio di riguardo per i più giovani, e una capacità innata di riconoscerne il talento, da quando con la sua accidentata utilitaria raggiunse la casa di un quindicenne per assicurarsene le prestazioni, ai tempi del Newell’s.

Quel quindicenne si chiamava Mauricio Pochettino, e al “Loco” bastò un’occhiata alle sue ginocchia, mentre Mauricio dormiva nel suo letto, per convincersi. Anche nel caso di Gelhardt, Bielsa ha usato l’intuito. Ma ha anche evitato di prendersi tutto il merito: è notizia recente (riportata dal Sun) la sua telefonata ai responsabili del settore giovanile del Wigan, fatta per “ringraziarli di come hanno fatto crescere Joe e per come se ne sono presi cura”. Gelhardt può esserne sicuro: il suo talento è nelle mani del migliore dei maestri. 

 

Andrea Monforte

Classe 2000, monzese (d’adozione), studio Lettere a Milano. Un’indomita ed ereditaria passione per lo sport (calcio, ovviamente, ma anche ciclismo), declinata in “narrazione” tecnica e sentimentale: la critica della complessità come antidoto alla semplificazione. La vaghezza del ricordo personale ha reso l’azzurro del cielo di Berlino 2006 un’indelebile traccia mitologica. Sono nato lo stesso giorno di Ryan Giggs e di Manuel Lazzari, ma resto umile.

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